Arrestata Anna Bettozzi, imprenditrice e ballerina, per giro di affari illeciti e per aver agevolato tre clan camorristici
Arrestata l’imprenditrice, cantante e ballerina Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a commettere false fatturazioni, autoriciclaggio, riciclaggio, corruzione e altri reati. Ad aggravare il tutto l’aver agevolato tre clan della camorra. Un giro di affari illegali che ha permesso alla donna, 62 anni, di far parte di una mega evasione fiscali di più di 185 milioni di euro.
La donna è finita in carcere nell’ambito dell’operazione Petrolmafie Spa condotta da 4 procure (Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria). Nella suddetta operazione sono finite in manette circa 70 persone. Sequestrati mobili e immobili, conti correnti e contanti per 1 miliardo di euro.
Le intercettazioni
In una intercettazione del 4 marzo 2019 gli inquirenti della Guardia di Finanza hanno sentito Bettozzi (vedova Di Cesare), fare una sorta di confessione a sua sorella Piera:«A Piè, io dietro c’ho la camorra! Tu dove caz… vai… Te stanno a pijà per il culo… Cioè questi stanno… Lo sai quanto c’ha in giro Felice (…) di me… Ti sto dicendo… Ho capito! Sai quanto… No! E io controllo che sia borderline, quasi regolare… io! Sai quanto c’ha in giro! Quindici milioni al giorno, quell’altro cinque milioni, io altri cinque e insieme c’abbiamo 15 e 10, 25/30 milioni al giorno! Tu dove cazzo vai? (…) La gestione non ti può dare… Sei responsabile sempre te… Tu la legge, ti danno l’associazione…».
A detta degli investigatori la donna avrebbe tentato di dissuadere sua sorella che intendeva aprire un depositi di carburanti, «prospettandole la pericolosità dell’attività da lei svolta, per la quale ‘ha dietro la camorra’, che comporta il serio rischio di essere imputati per associazione per delinquere».
Secondo gli inquirenti, la vedova di Sergio Di Cesare, fondatore Europetroli morto nel 2018, era il «capo indiscusso del sodalizio» che «piegava a fini illeciti i mezzi e il personale di Max Petroli Italia (oggi Made Petrol, che ha quadruplicato gli introiti tra il 2016 e il 2018)» allo scopo di «commercializzare ingenti quantità di prodotto energetico in regime di non imponibilità Iva o con accisa ribassata». Bettozzi, a detta degli investigatori, «pianificava le condotte necessarie per la consumazione degli illeciti in punto di frode Iva e accise, nonché per perpetrare i delitti di corruzione e istigazione alla rivelazione di segreti d’ufficio (sulle indagini in corso a suo carico, ndr); progettava la costituzione di società, passaggi di cariche e partecipazioni che permettessero di far cadere su altri le responsabilità dei reati consumati e tenere indenni da indagini i componenti del sodalizio; si occupava della raccolta, distribuzione ai sodali e reinvestimento dei proventi illeciti».
Alle suddette accuse si aggiunge un’ulteriore aggravante, ossia il riciclaggio per aver agevolato 3 gruppi di camorra (clan Moccia, Micola, Casalesi) poiché da lì arrivavano migliaia di euro in contanti per «risanare la situazione finanziaria della Maxipetroli Italia». In questo modo i clan si avvantaggiavano «dei lauti guadagni provenienti dall’evasione dell’Iva».
«Soldi in nero a Garko»
Con lei sono finiti in arresto anche la figlia di Ana Bettz, Virginia Di Cesare, 27 anni (ai domiciliari perché madre di un bimbo piccolo), il figlio 40enne Roberto Strina, il nipote Filippo Maria Bettozzi, il compagno della figlia Virginia, Felice D’Agostino e il legale Ilario D’Apolito, ai domiciliari. Secondo gli investigatori, anche la figlia di Bettozzi, Virginia Di Cesare «cura la gestione del denaro contante che rappresenta esclusivo profitto di reati», come si apprenderebbe dalle intercettazioni in cui avrebbe detto di aver comprato un’auto alla sorella da 90mila euro, o «di aver prelevato dalla cassaforte del compagno D’Agostino, evidentemente presso la loro abitazione, otto milioni di euro in contanti, che deve mettere al sicuro».
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Vi sono anche altre conversazioni in cui si parla di banconote: in una di queste, Ana Bettz avrebbe detto di aver fatto contare il denaro delle “mazzette” al figlio Roberto. In altre, madre e figlio contano altro denaro. In questo contesto, la cantante avrebbe anche nominato «la somma prelevata per il pagamento in nero in favore dell’attore Gabriel Garko».