Abolita la censura cinematografica: cosa cambia per i film

Con il nuovo decreto firmato dal ministro Franceschini viene abolita la censura cinematografica in Italia: ecco tutte le novità del grande schermo.

Lunedì 5 aprile il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha firmato un decreto che abolisce la censura cinematografica in Italia. Seguendo la cosiddetta “Legge cinema” del 2016, questo decreto istituisce una nuova Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche. Ai suoi membri è dato il potere di vietare la visione di certi film ai minori di 18 anni ma niente di più. La censura è ufficialmente abolita: vietare a certi film di uscire nei cinema o imporre tagli di scene non è più possibile.

Cosa cambia

Con il nuovo decreto firmato da Franceschini da questo momento in poi i film del grande schermo saranno divisi in quattro categorie: quelli adatti a ogni tipo di pubblico, e poi quelli vietati ai minori rispettivamente di 6, 14 e 18 anni. L’assegnazione delle pellicole a una determinata etichetta spetterà direttamente dai produttori e successivamente dalla Commissione. Quest’ultima potrà confermare la classificazione oppure proporne una diversa.

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La commissione

La nuova Commissione risponderà alla Direzione Generale Cinema del ministero della Cultura e sarà presieduta dall’ex Presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno. I membri della commissione saranno 49 e verranno “scelti tra esperti di comprovata professionalità e competenza nel settore cinematografico e negli aspetti pedagogico-educativi connessi alla tutela dei minori o nella comunicazione sociale, nonché designati dalle associazioni dei genitori e dalle associazioni per la protezione degli animali”.
La commissione così formata resterà in carica per tre anni e per confermare o modificare la classificazione di un film avrà a disposizione un massimo di 20 giorni.

La censura in Italia

Secondo Franceschini grazie a questo decreto è stato “definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”. C’è da dire che in Italia la censura cinematografica è storia vecchia. Nella sua prima forma arrivò già nei primi anni del ‘900, con un Regio Decreto che imponeva tutta una serie di divieti e che prevedeva, per far sì che un film potesse essere proiettato, la presenza di un apposito nulla osta. Tuttavia, benché in passato la censura sia stata usata spesso, sono anni ormai che non se ne sente più parlare.

L’ultimo film censurato

L’ultimo caso clamoroso di film italiano sottoposto a censura fu nel 1998, quando Totò che visse due volte fu bloccato in quanto considerato “degradante per la dignità del popolo siciliano, del mondo italiano e dell’umanità” e contenente “disprezzo verso il sentimento religioso”, con scene “blasfeme e sacrileghe, intrise di degrado morale”.

Per non parlare degli 82 tagli fatti in precedenza a Totò e Carolina, uscito nel 1955. Il film subì la censura per via del fatto che l’interpretazione di Totò, secondo la visione dell’epoca, avrebbe ridicolizzato il ruolo degli agenti di Polizia. Più di recente, nel 2012, un piccolo horror indipendente Morituris, diretto da Raffaele Picchio, fu bloccato “per motivi di offesa al buon costume”. L’opera fu considerata “un saggio di perversità e sadismo gratuiti”.

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