Nell’incontro in Libia con il primo ministro ad interim Abdul Hamid Dbeibah, Mario Draghi ha parlato anche di migranti.
Cosa è andato a fare Mario Draghi in Libia? Ad incontrare Abdul Hamid Dbeibah, il primo ministro ad interim del governo di transizione nato pochi mesi fa dopo vari negoziati e grazie all’intervento dell’ONU. Il Presidente del Consiglio, accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha così messo a punto il suo primo “atto” in materia di politica estera. Non è un caso che la meta sia stata proprio la Libia, Paese che l’Italia considera fondamentale per i suoi interessi strategici e economici, minacciati da divisioni politiche e scontri armati. “Ricostruire l’antica amicizia e vicinanza”, è stato quindi l’obiettivo e il filo guida dell’incontro. Durante la visita, i due leader hanno parlato di cooperazione in campo energetico e infrastrutturale, sanitario e culturale. Tra i progetti, anche se solo ipotizzati e non confermati, la ricostruzione dell’aeroporto di Tripoli – che dovrebbe essere affidata al consorzio di aziende italiane Aeneas – e dell’ autostrada che dovrebbe collegare il confine egiziano a quello tunisino.
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Progetti, entrambi, bloccati dalla guerra civile scoppiata nel paese. Segnali di apertura verso la Libia arrivano anche da altri Paesi. Nella prossima settimana, il Primo ministro incontrerà varie figure diplomatiche. Un segnale, questo, che indica le speranze riposte nel nuovo equilibrio libico. Un equilibrio che, dopo le tensioni passate, potrebbe riportare proprio il governo di Dbeibah. Dopo dieci anni di scontri, ora si chiede stabilità. Ed è per questo che tutti i governi che hanno un interesse nel Mediterraneo stanno facendo visita in Libia: per tentare di accreditarsi presso il nuovo governo. Da qui a breve, dovrebbero essere stretti inoltre vari accordi per il settore energetico e per quello sanitario: l’Italia ha infatti promesso alla Libia aiuti e forniture per affrontare la pandemia.
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Migranti
I due leader hanno parlato anche di immigrazione e della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo. Una gestione che rende soddisfatto Mario Draghi anche se, in verità, la gestione migranti continua a fare stragi e a peccare di disorganizzazione. “Sul piano dell’immigrazione noi esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa nei salvataggi e nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia. Ma il problema non è solo geopolitico, e anche umanitario e in questo senso l’Italia è uno dei pochi Paesi che tiene attivi i corridoi umanitari” , ha detto Draghi ad Abdulhamid. Proprio per i migranti, la Libia ha ricevuto centinaia di milioni di euro in finanziamenti e nelle prossime settimane il parlamento italiano dovrà votare per il rifinanziamento delle attività in Libia.