Il Regno Unito allenta le misure anti contagio, mentre Londra è pronta alla ripartenza post Covid. Gli ultimi report segnano 0 decessi per coronavirus, e la città torna a riempirsi nei parchi e nei centri sportivi.
Con cautela, il Regno Unito inizia a reprimere le misure anti contagio. Se da un lato molti Paesi europei continuano con la rigida morsa delle chiusure, con la Germania e la Francia che invitano i cittadini a rimanere nelle loro case, i britannici possono ora radunarsi all’aperto (fino a un massimo di 6 persone) e frequentare i centri sportivi. E anche la capitale, Londra, festeggia questa nuova ripartenza: con un po’ di sole e un’aria di primavera, sono tanti i londinesi che decidono di trascorrere le loro giornate nei parchi della città, in questo weekend di Pasqua.
Dopo sei lunghi mesi di lockdown e numeri da record, nei giorni scorsi il Regno Unito ha registrato un numero importantissimo: zero decessi per Covid-19 nella capitale, come pubblicato dai report di Public Health England. Un risultato, questo, che si allinea anche alla sensibile riduzione dei ricoveri ospedalieri, e a una media di “1 o 2 morti ogni due giorni” nelle terapie intensive.
Eppure, la buona notizia viene comunque accompagnata da un avvertimento: la “terza ondata” europea potrebbe ancora attraversare il Canale della Manica, e spazzare via i traguardi ottenuti duramente dai mesi di stop e blocco. Per questo motivo, nonostante la grande efficienza del Paese dimostrata con la campagna vaccinale, gli esperti britannici avvertono che senza un divieto assoluto di viaggiare all’estero, nessun Paese può dirsi veramente immune dai contagi.
“Quello che non sappiamo è esattamente quanto siano forti le nostre fortificazioni”, ha spiegato il primo ministro britannico Boris Johnson, in una conferenza stampa, riconoscendo la minaccia dall’Europa. Il suo approccio cauto, del resto, riflette il desiderio di evitare gli errori commessi lo scorso anno, quando sono state ingenuamente revocate molte delle prime restrizioni di blocco.
Questa volta, l’ultima riapertura della Gran Bretagna si sta svolgendo a tappe – la prima delle quali è stata un ritorno tra i banchi di scuola – seguite da diverse settimane per misurare l’impatto di ogni allentamento delle misure. All’inizio di aprile, Boris Johnson ha in programma di delineare il suo piano sulla questione viaggi e sui “passaporti Covid“, una sorta di certificazione per coloro che sono stati vaccinati o che sono risultati negativi al test di recente. Secondo quanto anticipato dal quotidiano The Times, comunque, vi saranno Paesi bollati di rosso (dove non sarà consentito viaggiare), di giallo (per i quali sono previsti test e quarantena) e di verde (dove si potrà viaggiare liberamente).
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Il primo ministro Johnson dovrebbe annunciare il suo piano questo lunedì, ma si specula ampiamente che il divieto di recarsi all’estero (ad eccezione dei casi di estrema necessità) perdurerà fino alla metà di maggio. Per quanto riguarda l’idea dei “passaporti Covid”, invece, si sarebbero alzate già non poche polemiche. Alcuni parlamentari, infatti, hanno classificato la proposta come discriminatoria, dato che permetterebbe solo a chi è già immunizzato di partecipare a grandi eventi o di frequentare locali e pub al chiuso.
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Nel frattempo, Londra sembra tornare a una lenta e graduale “normalità”. Con l’allentamento delle restrizioni, i centri sportivi all’aperto hanno potuto riaprire le loro strutture, le piscine hanno già accolto i primi nuotatori, e gli spazi verdi – tra tutti Hyde Park e St.James’s Park – sono tornati a brulicare di cittadini in cerca di aria e relax. E sono in tanti, anche, ad aver organizzato partite di calcio e pic nic sui prati. Ciò che si attende, ora, è la possibilità di tornare a mangiare nei ristoranti all’aperto e, sempre da maggio, nei locali al chiuso.
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