Ritardare di tre mesi i vaccini? Costerebbe all’Italia 200 miliardi di Pil

Bisogna correre nelle vaccinazioni, non solo per salvare vite, ma anche per evitare che si apra una nuova faglia nell’economia. Ritardare il target dell’immunità di gregge verso fine anno e non alla fine di quest’estate rinviando le aperture di tutte le attività senza più limitazioni (resisterà forse l’obbligo di mascherina e il distanziamento per alcune) potrebbe avere un impatto di 200 miliardi sul Pil spalmato tra quest’anno (94 miliardi) e il prossimo (106 miliardi), in pratica quasi 6 punti di Pil ogni anno dopo il -8,9% fatto segnare nel 2020. Un vero e proprio disastro, insomma.

ritardo vaccini

Secondo la stime Eetha Ceis: a rischio sei punti l’anno se la campagna chiuderà a fine 2021. Se invece finisse tra secondo e terzo trimestre, possibile crescita di 5 miliardi nel 2021 e di 10 nel 2022. Il commissario Figliuolo ha, infatti, parlato di un ambizioso obiettivo dell’80% di vaccinati a settembre, allora si potrebbe ottenere una crescita di 5 miliardi (0,3%) già nel 2021 per arrivare a 10 miliardi nel 2022. Il tutto al netto comunque dell’effetto che avrà il Recovery plan che con i suoi investimenti potrebbe iniettare già ossigeno all’economia nel corso dell’anno.

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Francesco Saverio Mennini, docente di economia a Tor Vergata ha dichiarato che : “Il Tempo è una variabile fondamentale in economia che, spesso, viene poco considerata e invece è aspetto centrale“. L’uomo è anche direttore del centro Eehta Ceis dell’ateneo romano e, insieme al collega Giampiero Favato della Kingston University di Londra, sta completando uno studio che focalizza l’attenzione sulla sincronia fra il tempo economico necessario alla ripresa e il tempo reale necessario al raggiungimento della copertura vaccinale per il riavvio delle attività produttive. In queste ultime settimane, infatti, tutti si stanno chiedendo quanto tempo sarà necessario per raggiungere la copertura vaccinale necessaria a far ripartire, dal punto di vista economico e sociale, il nostro Paese. E lo studio parte da qui in base a un modello finanziario che calcola la crescita attesa del Pil italiano in base ai tempi della campagna vaccinale. Per ottenere i valori del Pil trimestrale sono stati utilizzati dati trimestrali concatenati (anno base 2019), destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi (fonte Bankitalia). Le stime di crescita e gli scenari di impatto della pandemia sul Pil derivano dalle stime del Fondo monetario internazionale, rese pubbliche all’inizio del 2021.

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Gli scenari

Sono tre gli scenari possibili:

  1. Un caso base, dove solo tra il terzo e il quarto trimestre del 2021 (quindi tra ottobre e dicembre) si concluderà la vaccinazione del 75% della popolazione con perdite fino a 96 miliardi nel 2021 e 104 nel 2022.
  2. Un worst scenario in cui la vaccinazione tarderà di più completandosi solo a fine del 2021, stimando un trimestre di ritardo a causa della disponibilità di dosi di vaccino: qui la perdita complessiva in due anni arriverebbe addirittura a 270 miliardi.
  3. E infine lo scenario migliore, quello che si augura anche il Governo, in cui l’immunità si raggiunge tra secondo e terzo trimestre del 2021 (quindi entro settembre). Qui ci sarebbe una mini-crescita.

In particolare, lo scenario base prevede una crescita del Pil del 3% nel 2021 e del 3,6% nel 2022, condizionata però dalla vaccinazione del 75% della popolazione italiana. Mennini e Favato avverto che: “Se la vaccinazione della popolazione ha un trimestre di ritardo, non è sufficiente far semplicemente slittare le stime di crescita perché il mancato contenimento della pandemia genera un’inerzia nella crescita del Pil che l’Fmi ha stimato in due scenari di impatto. Il primo prevede che il livello di epidemia si mantenga ai valori di fine 2020: in questo caso si prevede una perdita del 5% del Pil a trimestre fino al conseguimento della copertura vaccinale. Ma se il ritardo nella vaccinazione dovesse condurre a una nuova ondata di pandemia, la perdita stimata sale all’8% a trimestre, in linea con il drastico declino del Pil osservato durante il 2020″.

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