“«Non si offende quando la prendiamo in giro». Che ne sa @GiuntiEditore del trauma dei bambini quando vengono bullizzati?” scrive una utente sul social network. Twitter. Al tweet segue una foto di un libro in cui appare Lee, una bambina dai tratti orientali che che dice così: «Grazie», «prego» o «facciamo plesto». Lo stereotipo cinese che ha fatto infuriare il popolo del web.
La polemica
A segnalare il fatto Lela Hu, Professoressa dell’Università di Milano, che sul suo profilo Twitter scrive: «Non è la prima volta che i testi di didattica per i bambini rappresentano una mentalità retrograda, talvolta sessista e razzista. Una causa può essere l’assenza di diversity nel settore editoria». Aggiunge: «Con questo tipo di narrazione continueremo a vivere di pregiudizi e discriminazione». «E comunque la bambina non si chiamerebbe Lee» sottolinea.
“Non si offende quando la prendiamo in giro”
che ne sa @GiuntiEditore del trauma dei bambini quando vengono bullizzati?A parte gli stereotipi sui bambini di origine cinese come esser bravi in matematica, “glazie, plego” e “facciamo plesto”?
E comunque non si chiamerebbe Lee. pic.twitter.com/hNPkWiQf5Y— Lala Hu (@LalaHu9) March 31, 2021
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Altri casi
Ma questo non.è l’unico caso. Lo scorso settembre, infatti, indignò la vignetta presente nel libro “Rossofuoco” di ArdeaEditore diretto agli alunni della prima, seconda e terza elementare. In questo caso vi era raffigurato un bambino che ad una bambina con la pelle scura chiede: «Sei sporca o sei tutta nera?».
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La replica dell’Editore
Immediata la replica di Stefano Cassanelli, editore del libro “Leggermente“. «Sono esterrefatto. – spiega al Corriere della Sera – Ammetto che nel libro possano esserci stereotipi sulla cultura orientale, ma a quel punto i rilievi andrebbero fatti all’autrice del libro, cioè Paola Reggiani». Cassanelli precisa che «il testo è stato inserito all’interno del volume poiché è un diario di un bambino. Il nostro intento era quello di proporre delle attività sul diario, appunto».