Inizia la nuova era del Movimento 5 Stelle, rifondato da Conte. Il suo Movimento sarà quasi completamente diverso che fa più concorrenza alla sinistra che ai partiti populisti.
L’ex premier Giuseppe Conte ha un piano per rinnovare, anzi rivoluzionare il Movimento 5 Stelle. Partendo da un nuovo statuto alla scuola di formazione, il Movimento di Conte sarà del tutto diverso dal Movimento nato dai Vaffa day di Grillo. Le intenzioni dell’ex presidente del Consiglio partono dal riformare una nuova carta dei principi e dei valori del Movimento per redigere una chiara identità del Movimento, che in quest’ultimo periodo sembra si sia persa. Il nuovo capo politico del Movimento, arrivato nel momento giusto in qualità di salvatore pone le sue condizioni, riformare il Movimento. Cambierà definitivamente faccia, come già annunciato da Di Maio nei mesi scorsi dopo i terremoti tra i grillini dopo la caduta del governo. Sarà “una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti e che incentra la sua missione sull’ecologia“.
Una rifondazione radicale del Movimento di Conte, dopo dieci anni di vita il Movimento 5 Stelle cambia faccia, e non è quella di Beppe Grillo sui palchi delle città durante i Vaffa day, ma quella dell’Avvocato che ha guidato il Movimento in due esperienze di governo e ha ora ha preso le redini in mano. “Non è un’operazione di restyling o marketing politico, ma un’opera coraggiosa di rigenerazione del Movimento, senza rinnegare il passato” chiarisce Conte. Pronto a prendere il timone di un Movimento alla deriva, un punto di forza e una rassicurazione per tutti gli esponenti grillini.
“Una sfida complessa e affascinante” per Giuseppe Conte quella di riformare il Movimento che avrà alcuni punti chiave: etica pubblica e onestà sono i valori da cui parte l’Avvocato a capo dei pentastellati, seguiti da giustizia, lotta alla mafia e l’impegno ecologico. Non rinnega però il passato del Movimento e di tutto quello che in questi anni ha fatto, infatti, rimangono alcuni punti fermi come la piattaforma Rousseau. “La democrazia digitale resterà un punto fermo” annuncia Conte “Le nostre scelte continueranno ad essere prese attraverso una piattaforma di voto. Ma questo deve accompagnarsi alla considerazione che la democrazia rappresentativa va rafforzata e che la democrazia digitale non è neutra.” Ma insiste sulla massima trasparenza e la massima chiarezza, le intenzioni di Conte sono di risolvere lo scontro con Casaleggio.
Un altro punto fermo dell’ex premier è la necessità di essere un partito con “regole rigorose che contrasteranno la formazione di correnti interne che inevitabilmente finiscono per cristallizzare sfere d’influenze e posizioni di potere.” . Quindi, si parte da una “nuova carta dei principi e dei valori, in modo che chi vorrà aderire a questa nuova forza politica non abbia dubbi sulla sua identità“. Per evitare situazioni spiacevoli a cui sia il Movimento sia gli alleati dem stanno affrontando in questo periodo. “Non abbiamo bisogno di associazioni varie“. Una linea comune che deve caratterizzare il Movimento, quindi, per evitare di perdere pezzi in futuro. A proposito degli alleati dem, Conte nel suo intervento in streaming non ha mai menzionato il Pd.
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Aveva già manifestato l’intenzione di mantenere l’alleanza con il Pd ma la priorità in questo momento è guardare al Movimento 5 stelle e alla sua rifondazione della sua identità. Solo così poi potrà essere in grado di costruire alleanze solide. Un atteggiamento completamente diverso da quello del Pd, Letta appena insediato ha messo prima in chiaro l’alleanza con il Movimento 5 Stelle da cui partire, argomento divisivo che aveva causato le dimissioni di Zingaretti, e non ha fatto altro che alimentarla.
Giuseppe Conte vuole intervenire sulle fondamenta del Movimento e allargare il proprio orizzonte, un allargamento che tende a sinistra da come traspare dalle parole dell’ex premier. Deve essere accogliente, continuamente aperto all’esterno e alla società civile, basato sul rispetto della persone, giustizia sociale, etica pubblica, democrazia diretta e ecologia integrale. Un partito che guarda molto più a sinistra di quanto effettivamente non lo facesse prima, partito come un movimento populista ora fa concorrenza al Pd.
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Questo sarebbe un problema per i dem, come già presagito dai riformisti del Pd. Una coalizione e una convivenza che sa di concorrenza diretta. Considerando le attuali difficoltà del Pd di tenere insieme i pezzi e soprattutto la crisi di identità che il partito sta attraversando dilaniato da tutte le correnti interne ed opposte tra di loro mentre dall’altro lato Conte sta cercando di dare una chiara e precisa identità al Movimento e questo potrebbe influire sull’elettorato.
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