Il gruppo misto è finito nel mirino del nuovo segretario del PD Enrico Letta, che lo definito una follia.
Il gruppo misto è un rifugio. Un rifugio per quei parlamentari che non sono iscritti a nessun altro gruppo e che vengono inseriti d’ufficio in un gruppo parlamentare che accoglie tutte le formazioni politiche minori che non hanno ottenuto un numero di parlamentari sufficiente a costituire un gruppo proprio, ma anche i singoli parlamentari che scelgono di non aderire ad alcun gruppo. Ed è proprio il gruppo misto ad essere finito nel mirino del nuovo segretario del PD che ha definito il gruppo una follia. “Ci sono stati 200 cambi di casacca in mezza legislatura. Come è possibile che il gruppo Misto sia il secondo, terzo gruppo per importanza? Sono cose che non esistono, è folle. Il gruppo misto non esiste nel mondo, da noi è una specie di paradiso”, ha detto l’ex Presidente del Consiglio nel suo intervento al forum Ambrosetti.
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Un attacco che ha poi preso di mira l’intero sistema. “La nostra democrazia è malata. In 10 anni abbiamo avuto sette governi con maggioranze diverse. Come può un Paese essere governato ogni anno e mezzo da una maggioranza diversa? E’ una follia, non funziona”, ha detto Letta invitando a guardare l’esempio degli altri Paesi dove il gruppo misto non esiste. Nel nostro Parlamento, invece, avrebbe un ruolo minimo.
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Enrico Letta , in sostanza, insiste sul tema di riforme istituzionali. La prima, è proprio quella dei regolamenti parlamentari. Ma il gruppo dei parlamentari non iscritti ad altri gruppi è previsto nel parlamento europeo; alla House of commons a Londra; all’Assemblée nationale a Parigi; al Congreso di Madrid. Ma in Italia, a differenza degli altri Paesi, servono almeno venti deputati. Per certi versi, il gruppo misto offre una sponda ai deputati, ai quali viene restituita la metà della loro quota di finanziamento pubblico prevista per il gruppo. Ci sono poi sotto-gruppi del gruppo misto, possibili anche se composte da appena tre deputati.
Intanto, però, c’è la questione dei tagli dei parlamentari, approvata mesi fa. I deputati da 630 scenderanno a 400 e i senatori elettivi da 315 a 200. “Riduzione che renderà impraticabili tutti i quorum stabiliti nei regolamenti in una quota fissa, a cominciare dal numero minimo di venti deputati per costituire un gruppo“, ragiona il Manifesto. In sostanza, ci saranno partiti che non raggiungeranno quella soglia di eletti e che si appiglieranno al gruppo misto.