Parla Claudia Carbonara, la moglie del capitano di fregata Walter Biot arrestato per spionaggio. “I figli, i cani, il mutuo. Con il Covid ci siamo impoveriti”. L’ufficiale resta in carcere dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Roma
Claudia Carbonara, la moglie di Walter Biot, il capitano di fregata sorpreso dai Ros a vendere segreti militari ai russi, rivela al Corriere della Sera che suo marito “era veramente in crisi da tempo, aveva paura di non riuscire più a fronteggiare le tante spese che abbiamo. L’economia di casa. A causa del Covid ci siamo impoveriti, lo sa?”, dice.
Spionaggio, la moglie di Walter Biot: “Si è sempre speso per la patria”
“Mio marito non voleva fottere il Paese, scusate la parola forte. E non l’ha fatto neanche questa volta, ve l’assicuro, ai russi ha dato il minimo che poteva dare. Niente di così compromettente. Perché non è uno stupido, un irresponsabile. Solo che era disperato. Disperato per il futuro nostro e dei figli. E così ha fatto questa cosa…”, le parole della donna riportate dal quotidiano.
Interpellata sullo stipendio fisso di Biot, Carbonara risponde: “Sì tremila euro, ma non bastavano più per mandare avanti una famiglia con quattro figli, quattro cani, la casa di Pomezia ancora tutta da pagare, 268mila euro di mutuo, 1.200 al mese. E poi la scuola, l’attività fisica, le palestre dei figli a cui lui non voleva assolutamente che dovessero rinunciare”. Poi aggiunge: “Niente vizi, niente lussi, attenzione, solo la vita quotidiana che però a lungo andare fa sentire il suo peso”.
Sulla scelta di passare segreti militari ai russi, la consorte replica: “Guardi, se solo me ne avesse parlato ne avremmo discusso insieme, avrei provato a dissuaderlo”. “Lui per 30 anni c’è sempre stato, ha servito il Paese, Walter si è sempre speso per la patria e lo ribadisco. Anche se ha fatto quello che ha fatto sono sicura che avrà pensato bene a non pregiudicare l’interesse nazionale”, sostiene la donna.
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L’ufficiale arrestato fa scena muta davanti al gip e resta in carcere
Nel frattempo Walter Biot resterà in carcere a Regina Coeli. Lo ha deciso il gip di Roma, Antonella Minunni, che ha sciolto la riserva al termine dell’udienza di convalida emettendo una ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel corso dell’interrogatorio di convalida e garanzia, dopo l’arresto in flagranza martedì sera, il militare della Marina ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il difensore aveva chiesto al giudice gli arresti domiciliari. “Sono frastornato e disorientato ma pronto a chiarire la mia posizione”, è quanto avrebbe affermato da Biot davanti al gip nel motivare la decisione di non rispondere alle domande.
Il militare, difeso dall’avvocato Roberto De Vita, ha contestato la ricostruzione della vicenda ma “ha chiesto tempo per raccogliere le idee” e quindi poter affrontare l’interrogatorio con gli inquirenti che lo accusano di spionaggio. In totale, sarebbero 181 le foto di documenti cartacei classificati trovati nella scheda di memoria sequestrata ieri a Biot. L’analisi della memoria avrebbe evidenziato la presenza anche di nove documenti classificati come “riservatissimi” e 47 di tipo “Nato Secret”. Il dato emergere dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Minunni.
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Stando a quanto si apprende da fonti autorevoli, i due funzionari russi espulsi dall’Italia sarebbero Alexey Nemudrov e Dmitri Ostroukhov. Il primo è addetto navale e aeronautico dell’ambasciata russa a Roma, l’altro impiegato nello stesso ufficio della sede diplomatica.