Pubblicate le “ricette” di Pfizer e Moderna: ricavate dagli avanzi delle fialette da buttare

Un team di ricerca americano è riuscito ad individuare le “ricette” dei vaccini di Pfizer e Moderna. Gli scienziati hanno individuato la formula delle due immunizzazioni e hanno pubblicato le sequenze mRNA online.

ricette pfizer moderna - meteoweek
pubblicate le “ricette” dei vaccini Pfizer e Moderna – meteoweek.com (foto via The Guardian)

Secondo quanto viene riportato da The Guardian (che a sua volta cita Motherboard come fonte), gli scienziati della Stanford University sono risaliti alle “ricette” dei due vaccini Covid-19, ovvero Pfizer e Moderna, a partire dagli avanzi contenuti nelle fiale destinate a finire nella spazzatura. Gli esperti, oltre ad aver quindi analizzato la composizione dei farmaci, hanno pubblicato le sequenze di mRNA contenute nello stesso su Github, un sito in cui vengono raccolti codici software.

Gli scienziati hanno spiegato che la pubblicazione di queste “ricette” permetterà ai ricercatori di tutto il mondo di effettuare delle analisi più accurate, riuscendo ad identificare nei campioni le sequenze del virus e quelle del vaccino, ed eludendo la problematica dei cosiddetti “falsi positivi”.

Pubblicate le sequenze mRNA di Moderna e Pfizer

Sempre secondo quanto viene riferito, scienziati della Stanford University avrebbero dunque raccolto delle piccole porzioni di vaccini da alcune delle fiale che sarebbero state altrimenti scartate, a seguito dell’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti. La sequenza Pfizer, in realtà, è già nota al pubblico, mentre la sequenza di mRNA contenuta nel farmaco di Moderna non era stata ancora pubblicata. Gli scienziati hanno dichiarato di essersi messi in contatto con Moderna prima di tale pubblicazione, ma non avrebbero ricevuto risposta.

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Nel post pubblicato su Github, gli esperti affermano che rivelare le sequenze dei vaccini è utile per aiutare i ricercatori a identificare rapidamente se una sequenza che stanno esaminando è di origine terapeutica o di natura infettiva. In questo senso diventa perciò possibile scongiurare il rischio di scambiare i campioni con dei falsi positivi.

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Il professor Stuart Tarville, immunologo dell’università di South Wales raggiunto dai giornalisti del quotidiano, ha spiegato che alle aziende generalmente non piace che “le loro ricette” vengano divulgate in questo modo. Tuttavia ha anche sottolineato che si tratta soltanto di sequenze. “Sarebbe l’equivalente di cuocere una torta complicatissima con solo la conoscenza degli ingredienti di base, senza sapere quindi la quantità o avere le istruzioni su come cucinarla”, ha evidenziato l’esperto.

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