La pandemia ha prodotto degli effetti disastrosi sulla nostra economia e sulla società. Il tasso di povertà cresce sempre di più e la situazione è sempre più tragica. Le conseguenze economiche dell’emergenza sanitarie saranno visibili quando l’Italia ne uscirà.
I dati dell’Istati ci hanno fornito un quadro di quella che è la situazione in Italia oggi ad un anno dall’inizio della pandemia di Covid19. I numeri relativi al tasso di povertà sono allarmanti, nel 2020 la povertà è cresciuta sensibilmente arrivando a 2 milioni di famiglie in povertà assoluta. Ad aver subito maggiormente degli effetti del Covid sono state le famiglie del Nord in cui è salito il numero di poveri, anche se è il Sud a registrare il maggior numero di famiglie in povertà assoluta. Minori e adolescenti sono la categoria che più ha subito questo sprofondamento verso la povertà. Situazione scoraggiante anche per gli stranieri che vivono in Italia, sono quasi il 27% a vivere in condizioni di povertà.
Nonostante i provvedimenti adottati per far fronte a questo trend negativo in crescita come il reddito di cittadinanza, in vigore da più di due anni, e il reddito di emergenza adottato per contrastare gli effetti del virus, la povertà in Italia non si arresta. Sono sempre di più i “nuovi poveri” senza fissa dimora, persone che si sono indebitate a causa delle chiusure imposte dal governo. Commercianti e imprenditori ridotti sul lastrico a causa delle attività ferme. I bonus, i ristori e i sussidi sono stati solo una goccia nel mare ma gli italiani stanno ancora aspettando seri provvedimenti economici che vada a contrastare gli effetti che ha portato questo anno di pandemia.
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I nuovi poveri, la classe media in fila alla Caritas. La povertà disastrosa del Covid
L’allarme arriva anche dagli studi della Caritas che vedono sempre più persone chiedere loro aiuto, persone che in altri tempi si sarebbero definite addirittura benestanti. Oggi sono i nuovi poveri. Il tasso di disoccupazione in Italia è sempre più allarmante, e a causa dell’emergenza sanitaria i numeri non hanno potuto che peggiorare. Per le imprese il blocco dei licenziamenti ha protetto in qualche modo i lavoratori, ma molti sono stati licenziati prima e i lavoratori che ne hanno pagato maggiormente il prezzo sono stati i lavoratori al nero e i precari che nel nostro Paese abbondano in ogni ambito. I numeri continueranno a salire nel momento in cui finirà lo stato d’emergenza e l’Italia uscirà dal Covid, devastata e vedrà molte ripercussioni negative. Quando le imprese riapriranno e verrà eliminato il blocco dei licenziamenti, saranno in tanti a perdere il lavoro poichè la crisi ha mandato in rosso la maggior parte delle attività.
Sono un terzo degli assistiti dalla Caritas i nuovi poveri, le vittime economiche del Covid19, le conseguenze dei lockdown e delle imprese chiuse. La gente non ha soldi per mangiare, chiede cibo, persone che prima lavoravano e si consideravano benestanti con una certa stabilità economica, ora hanno perso il lavoro e si ritrovano a non riuscire ad arrivare a fine mese come ha dimostrato anche la testimonianza alla comunità di S. Egidio a Roma.
Vittime economiche e sociali del Covid19, ne usciremo devastati e impoveriti
Tra i vari passi indietro che questa pandemia ci ha costretto vi è anche la disparità di genere. I dati negativi risultano maggiormente preoccupanti per le donne. Sono le vittime sia economiche che sociali. Una disparità che già persisteva in ambito lavorativo, le donne soprattutto giovani, registravano il tasso di disoccupazione più elevato rispetto agli uomini.
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A causa della pandemia, la situazione è peggiorata per una donna su due. A pagarne più le spese sono le donne con figli che hanno dovuto rinunciare alla ricerca di un lavoro e ha dovuto ridurre le proprie entrate. Ma le conseguenze devastanti non riguardano solo il dato economico ma anche quello sociale. I femminicidi e le violenze domestiche sono aumentate spaventosamente in questo anno di lockdown. Inoltre, un’incidenza negativa vi è stata complessivamente sulle interazioni sociali, ridotte al minimo quasi a zero. Il distanziamento fisico e sociale, l’obbligo di restare in casa ed uscire solo se necessario hanno avuto un impatto negativo sulla nostra vita sociale e la nostra salute mentale. La distanza e l’isolamento ha contribuito ad un ulteriore impoverimento sociale e faremo fatica ad uscirne senza chiari segni.