Vaccini, Mario Draghi ha atteso il suo turno. Non proprio come De Luca

Mario Draghi si è vaccinato questa mattina, insieme alla moglie Maria Serenella Cappello, nell’hub della Stazione Termini. Il Presidente del Consiglio ha atteso il suo turno, senza saltare la fila. Qualcosa che non ha fatto Vincenzo De Luca. 

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è vaccinato. Questa mattina, lui e la moglie Maria Serenella Cappello si sono sottoposti alla vaccinazione anti Covid-19, nell’hub della Stazione Termini. Durante la sua prima conferenza stampa, il 19 marzo scorso, al termine del Consiglio dei Ministri per approvare il Decreto Sostegni, l’ex della Bce aveva annunciato che avrebbe ricevuto il siero di AstraZeneca. E, nonostante le polemiche successive sul siero anglo-svedese, nulla è cambiato. Draghi aveva anche annunciato che, nella Regione Lazio, la sua classe di età era appena entrata tra quelle che previste per accedere all’immunizzazione. Così, come da calendario, sia il premier che sua moglie – entrambi 73 anni – hanno ricevuto la dose di vaccino.

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Qualcosa che Vincenzo De Luca aveva già fatto da tempo. Il Governatore della Campania , a differenza di Draghi e di Mattarella, non ha atteso il suo turno ed è ricorso alla somministrazione della dose del Pfizer-Biontech, proprio nel giorno del Vax day, senza aspettare un attimo. Era gennaio. Non l’ha fatto in silenzio, ma pubblicamente, diffondendo la notizia attraverso un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. “Mi sono vaccinato. Dobbiamo farlo tutti nelle prossime settimane. È importante per vincere la battaglia contro il #Covid19 e tornare alla vita normale. Senza abbassare la guardia e rispettando le norme”, scriveva in didascalia. Poi aveva motivato la sua scelta come un esempio per i cittadini. “I cittadini campani hanno il presidente che ha fatto da cavia. Per la prima somministrazione, tranne un po’ di stordimento e un minimo di fastidio, non mi è successo niente. Se volete essere tranquilli, aspettate la seconda iniezione e, se dovessi andarmene dal creatore, ovviamente avrete un motivo per essere prudenti e magari scegliete un altro vaccino”.

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Eppure il suo, più che un atto dimostrativo, era sembrato un atto di menefreghismo verso chi era in attesa. De Luca ha scavalcato tutti e presto il posto di altri, in nome, più che di altruismo, della sua posizione e del suo ruolo politico. De Luca ha infine spiegato che il suo gesto serviva anche a “contrastare la nuova ondata dei no vax, il personale medico non disponibile, le false notizie sulla pericolosita’ del vaccino. Sui social ci sono cose inimmaginabili”. Ma le critiche fioccarono e oggi c’è chi mette a confronto i due.

“Lo farò quando sarà il mio turno”

“Quando arriverà il mio turno farò Astrazeneca, certo. Mio figlio l’ha fatto l’altro ieri a Londra, non c’è nessun dubbio, nessuna prevenzione”, aveva detto Draghi. Nessuna spinta, nessuna accelerazione, nessun utilizzo della sua posizione per fare prima di altri. Mario Draghi ha fatto come tutti, così come ha fatto Sergio Mattarella che, nell’indifferenza generale, è stato ripreso nella sala d’attesa, tra le altre persone, mentre aspettava di ricevere il siero, qualche settimana fa. Politici sì, ma che in questo caso hanno dato il buon esempio. Mario Draghi è un uomo di poche parole e molto diverso da Giuseppe Conte, più riservato, più chiuso, più restio da dichiarazioni a mezzo stampa. Eppure, qualcosa starebbe cambiando. Le vaccinazioni, ad esempio, che sembrano aver ripreso il ritmo salvo qualche intoppo di sistema in alcune regioni, come la Lombardia. Ad oggi, secondo i dati aggiornati in tempo reale, il numero delle persone che hanno ricevuto due dosi di siero sono 3.037.122, pari al 5,09% della popolazione. 6.621.805 è invece il numero delle persone che hanno ricevuto una sole dose di vaccino, pari all’11,10% della popolazione.

 

 

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