‘Ndrangheta, intascati illecitamente i fondi Covid: tre gli arresti, condanne fino a 8 anni

‘Ndrangheta, intascati illecitamente i fondi Covid: tre gli arresti, condanne fino a 8 anni. La sentenza è stata emessa a Milano dal gup Santoro a carico Maida e altri due sodali. Erano stati arrestati a luglio 2020.

'Ndrangheta fondi Covid - meteoweek.com
‘Ndrangheta, intascati illecitamente i fondi Covid – meteoweek.com

Francesco Maida, il presunto affiliato al clan della ‘ndrangheta capeggiato dallo storico boss Lino Greco di San Mauro Marchesato (nel Crotonese) è stato condannato a 8 anni di carcere. Dalle indagini operate nel corso di un’inchiesta milanese, che aveva portato all’arresto di Madia lo scorso luglio, è emerso che la mafia calabrese è riuscita a mettere le mani sugli aiuti economici stanziati dal governo in seguito alla pandemia. Si tratta, viene riportato, di ben 60mila euro a fondo perduto incassati illecitamente, e di altri 250mila richiesti ma in seguito bloccati. Questi bonus rientravano nel pacchetto di misure relativo ai prestiti agevolati, previsti dal fondo per piccole medie imprese. L’inchiesta, guidata dal pm Bruna Albertini, è stata condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza.

La ‘ndrangheta ha messo le mani sui fondi Covid

La sentenza per Francesco Maida è stata emessa con rito abbreviato dal gup Domenico Santoro. A finire in manette, però, anche altri due indagati: Giuseppe Arcuri  è stato infatti condannato a 5 anni e 2 mesi di carcere, mentre a Luciano Ivaldo Mercuri spettano 7 anni e 10 mesi. Entrambi sono ritenuti “sodali” di Maida. Un altro imputato è stato condannato a 4 anni e mezzo, mentre un cittadino di nazionalità  un cinese, anche lui finito sotto processo, è stato infine assolto.

L’accusa è quella di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, aggravata dall’aver agevolato il clan mafioso e dalla disponibilità di armi; si parla, però, anche di autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta. Inoltre, sempre secondo quanto emerso dalle indagini, tre società  – tutte riconducibili a Maida – avrebbero ottenuto illegalmente circa 60 mila euro a fondo perduto, sfruttando il pacchetto di misure stanziato a seguito della pandemia di Covid. Altri 45 mila euro, invece, sono andati a Clessidra White, 2mila sono finiti ad Almagest e circa 11mila a Impianti srl.

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Secondo quanto viene riportato dagli atti, Maida, Mercuri e Arcuri avrebbero messo in piedi “una complessa frode all’Iva nel settore del commercio di acciaio”, emettendo fatture false e avvalendosi di società “cartiere” e “filtro” (individuate anche all’estero) intestate a dei prestanome. I tre, sempre secondo la ricostruzione, avrebbero inoltre gestito alcune armi della cosca.

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A partire da giugno dello scorso anno, aiutato da un prestanome ma formalmente titolare di una delle società incriminate, Madia si sarebbe poi attivato “presso almeno tre istituti di credito” per ottenere “i contributi stanziati dal Governo” per le imprese “attraverso l’adozione di misure urgenti in materia di accesso al credito”. L’indagato avrebbe dunque fatto richiesta di 250 mila euro – cifra mai ottenuta a seguito del blocco delle pratiche. Dalle operazioni di indagine è inoltre emerso un sistema di “lavaggio” dei soldi sporchi, che si sviluppava lungo l’asse Italia-Cina.

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