Giorgia Meloni attacca le scelte del governo Draghi, poca discontinuità e troppe somiglianze con il governo Conte bis.
La leader di Fratelli d’Italia, unico partito all’opposizione, attacca le scelte di Draghi, troppo simili a quelle di Conte. Tranne per cambiamenti che sembravano ovvi come la sostituzione del commissario per l’emergenza Arcuri, il resto è in continuità con il precedente esecutivo. “Al netto di cose che era imbarazzante non fare, come la sostituzione di Arcuri, il resto continua a essere drammaticamente in continuità” ha dichiarato la Meloni. La critica della leader dell’opposizione riguarda soprattutto le scelte in materia economica.
“Io sono rimasta francamente scioccata dal fatto che una personalità del calibro di Mario Draghi, che sulle materie economiche ne capisce più di tutti gli altri messi insieme, non abbia ritenuto di abolire l’idiozia inutile del cashback su cui abbiamo messo 5 miliardi. E’ normale che ai ristori alle imprese vadano 11 miliardi e 5 miliardi si mettano sul cashback? La priorità è la lotteria degli scontrini o le imprese. Il governo su questo porta avanti i provvedimenti di Conte.” La sospensione del cashback è stata una delle richieste che la Meloni ha avanzato al segretario del Pd Enrico Letta con cui si è incontrata stamattina per un dialogo tra maggioranza e opposizione. Meloni ha commentato positivamente il confronto con Letta e spera che Draghi alla guida del governo e Letta alla guida del Pd siano più disponibili al dialogo di quanto lo siano stati Conte e Zingaretti.
Meloni delusa da Draghi sulle scelte economiche
L’Italia è praticamente in lockdown con la maggior parte delle regioni in zona rossa e le attività continuano a soffrire la mancanza di entrate che non vengono sopperite dai bonus e dai ristori che sono evidentemente insufficienti. La Meloni contesta così la distribuzione dei fondi per l’emergenza Covid che sono stati mal impiegati dal governo Conte e portati avanti, con molto disappunto, da questo nuovo governo. Una mossa che proprio dal genio delle banche, dall’ex capo della Bce non ci si aspettava, e intanto le imprese e le attività sono costrette a chiudere, alcune per sempre.
Proprio riguardo al decreto Sostegni pochi giorni fa Giorgia Meloni aveva criticato Draghi e i provvedimenti per le attività. “Altra delusione per imprenditori e commercianti, dal governo poche risorse e non in grado di risollevare il tessuto economico. L’Italia che produce è in ginocchio e nulla sembra essere cambiato rispetto al governo precedente. Gli imprenditori chiedono sostegno, non elemosina” attacca la leader di Fratelli d’Italia. Scelte economiche che lasciano molto disappunto a chi si aspettava un cambio di passo radicale su questo fronte. Non è la sola Giorgia Meloni ma anche lavoratori e imprenditori che speravano in provvedimenti sostanziali che presagisse una ripresa economica. Ma le scelte di Draghi sembrano continuare ancora sulla linea di Conte e del precedente governo. Scelte che non hanno aiutato per nulla la ripresa delle attività né la loro sopravvivenza. La rabbia di Giorgia Meloni sembra rispecchiare perfettamente la rabbia di molti italiani, nuovamente delusi.
Flash mob di FdI: “Come si fa a chiedere agli italiani di pagare i debiti?”
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Giorgia Meloni ha espresso queste considerazioni davanti al Palazzo Chigi, davanti al quale il suo partito ha organizzato un flash mob riguardo le cartelle esattoriali. I parlamentari hanno consegnato – simbolicamente – una maxi busta “Se mi chiudi non mi chiedi“.
La Meloni commenta l’iniziativa sottolineando che “Ci sono milioni di italiani che tra un mese riceveranno cartelle esattoriali. In una situazione economica devastata che vede 400mila disoccupati in più, 300mila aziende che hanno chiuso nel 2020 solo nel settore del commercio e del turismo, meno 9% del Pil. Come si fa a chiedere agli italiani di pagare i debiti? E come si fa a non distinguere tra chi nel 2020 continuava comunque ad avere uno stipendio e chi ha perso tutto?”
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Inaccettabile, dunque, per Giorgia Meloni che il governo chieda alle imprese di pagare debiti derivanti dalle scelte di chiusura del governo. Bisogna fare una distinzione e non chiedere nulla a chi non ha potuto lavorare a causa delle norme anti-covid. “Se ci sono attività che per colpa delle restrizioni volute dal governo non hanno potuto lavorare, non si può chiedere loro niente” aggiunge. Riguardo alla norma inserita nel decreto Sostegno per il condono delle cartelle esattoriali conclude “La norma presente nel DL sostegni è un pannicello caldo, è lontana anni luce dalla pace fiscale.”