Maddalena Urbani ritrovata morte di overdose a Roma. Era figlia del medico dell’Oms Carlo Urbani, morto di Sars. Le dichiarazioni del fratello: “Non ha superato la scomparsa del padre, qualche cattiva amicizia ce l’ha portata via”.
Avrebbe dovuto compiere 21 anni a maggio, la giovane Maddalena Urbani. La ragazza è stata ritrovata morta due giorni fa in un appartamento di Roma, situato in zona Cassia (a nord della Capitale). Dalle prime ricostruzioni, la giovane sarebbe morta per overdose – probabilmente provocata dall’assunzione di eroina. Maddalena era figlia di Carlo Urbani, il medico dell’Oms che rimase vittima della Sars (la polmonite atipica che lui stesso contribuì a scoprire) e Premio Nobel per la Pace nel 1999.
Si attendono i responsi dell’esame autoptico sul corpo della giovane, disposto nell’ambito dell’inchiesta aperta della Procura di Roma. In particolare, l’autopsia permetterà di capire a che ora è morta la ragazza, quale sostanza abbia realmente causato l’overdose e se Maddalena avesse subito violenze prima del decesso. Del resto, la cornice del drammatico episodio offre ancora dei contorni incerti.
I soccorsi sono stati chiamati da un’amica della vittima, intorno alle ore 13:30. La stessa amica che, insieme a Maddalena, era arrivata a Roma dall’Umbria. Ma le sue dichiarazioni, assieme a quelle rilasciate dal siriano 62enne Abdul Aziz Rajab (già agli arresti domiciliari per reati legati alla droga), non combaciano con i rilievi degli inquirenti, e offrono anzi parecchie contraddizioni. Al momento, ciò che si sospetta è che l’ambulanza sia stata chiamata in ritardo, un fattore che potrebbe aver contribuito al decesso della 21enne.
La 21enne era la sorella minore di Tommaso (33 anni) e Luca (25 anni). Ed è stato proprio Luca a rilasciare una dolorosa testimonianza per Il Messaggero, spiegando come il passato di Maddalena era rimasto profondamente segnato alla morte del padre. “Aveva solo 3 anni quando papà è morto, le è stato strappato via, è lei che ha subito il trauma più grande e alla fine ha pagato più di tutti. La sua scomparsa attribuita a una overdose ci sconvolge, forse era finita in un giro di brutte amicizie. Ma non era una tossicodipendente, mia sorella era altro: era passione per l’arte e amore per gli altri, generosa come lo era stato nostro padre Carlo”, si legge infatti nel racconto del fratello.
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E la descrive così, sua sorella: “Una giovane donna determinata e orgogliosa della sua indipendenza. Si era scelta un nome, Malìa, e così si faceva chiamare da tutti. Si era trasferita a 19 anni a Perugia dopo avere interrotto gli studi. Era andata a vivere da sola in un bell’appartamento in Centro, vicino al bar dove aveva preso a lavorare con tanto impegno per rendersi autonoma. […] Proprio due giorni fa mi aveva assicurato che sarebbe venuta per la mia laurea, la prossima settimana”.
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Un’infanzia non facile, la sua: segnata dalla morte del padre, e dalla vita in Vietnam, dove da piccola ha vissuto fino all’età di 3 anni. Nonostante tutto, però, Maddalena “era generosa e socievole. Faceva amicizia con tante persone. Ci parlavi un’ora e ti entrava subito nel cuore. Temo che sia stata proprio qualche cattiva amicizia a portarcela via. Già una volta in passato la strappammo a delle cattive amicizie, ma la droga non c’entrava nulla. Mia sorella non aveva problemi di tossicodipendenza, non toccava droghe pesanti. Non sappiamo cosa può essere accaduto”.
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