Un 15enne, complici alcuni suoi amici, cyberbullizzava una 13enne con foto oscene e gruppi Whatsapp di insulti: ora dovrà fare sedute da un criminologo
Un ragazzo di 15 anni vessava da mesi una 13enne con foto oscene, insulti e offese di ogni genere accompagnate dalla seguente frase:«Ucciditi sotto alla metro rossa». Un atteggiamento che il questore ha punito con un provvedimento di ammonimento. Il ragazzo aveva creato diversi gruppi Whatsapp con altri amici, in cui prendeva di mira la 13enne che aveva conosciuto nel febbraio 2020. È stato l’inizio di un incubo finché la ragazza non ha trovato il coraggio di raccontare tutto alla madre.
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La donna aveva provato a parlare con il 15enne ma dopo diversi mesi in cui non si era fatto sentire, ha ricominciato a disturbare la figlia. Da qui la denuncia alla polizia postale. Gli investigatori hanno appurato quanto commesso dal ragazzino. A nulla servivano i tentativi della ragazza di uscire dalle chat, poiché veniva costantemente aggiunta di nuovo. Addirittura uno di questi gruppi portavano il nome della 13enne accostato alla scritta «lavati».
Ora il ragazzo, ammonito, dovrà essere seguito da specialisti del Cipm (Centro italiano per la promozione della mediazione) di cui è direttore il criminologo Paolo Giulini. Questo percorso sarà utile al ragazzo per capire il «disvalore sociale e penale delle sue azioni».«Questo percorso trattamentale si è dimostrato particolarmente efficace per l’altro ragazzo che tempo fa era stato ammonito per condotte analoghe, il giovane ha compreso in pieno il disvalore delle sue azioni tanto da manifestare l’intenzione di diventare formatore per la prevenzione del cyberbullismo», hanno chiosato gli inquirenti.
Cyberbullismo, casi di suicidio
Nel corso del tempo, il cyberbullismo si è dimostrato un fenomeno pericoloso, in grado di portare, in casi estremi, al suicidio di coloro che lo hanno subìto. Tra i casi più dolorosi, quello di Andrea Natali di Borgo D’Ale (Vercelli), che nel settembre del 2015 si tolse la vita a 26 anni, impiccandosi al soffitto della sua casa. Il giovane, nel corso degli anni, aveva subìto bullismo e cyberbullismo.
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I suoi detrattori, infatti, lo avevano persino gettato nel cassonetto della spazzatura e messo una busta in testa. Mentre si prendevano gioco di lui lo riprendevano e postavano tutto sui vari social. Il giovane pur avendo denunciato ogni cosa non era riuscito a sopportare quanto gli era accaduto negli anni precedenti e si suicidò.