Una bambina afghana di 11 anni è ricoverata all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, in stato di choc. È stata respinta insieme ad altri migranti – una cinquantina, tra cui la mamma che ora l’assiste – al confine del Monginevro dalla polizia francese. Sembra che nell’allontanarli la gendarmeria abbia anche esploso alcuni colpi di pistola a scopo intimidatorio.
Il respingimento nei pressi di Claviere è avvenuto la sera di giovedì 25 marzo. Non trova conferme, al momento, la notizia che la gendarmeria francese, che ha estratto le armi, abbia esploso alcuni colpi a scopo intimidatorio. La bimba è stata riconsegnata alla polizia italiana ieri all’ora di pranzo con altri migranti. Stavano tutti bene, ma la piccola non parlava ed era visibilmente spaventata; per questo motivo nel pomeriggio è stata portata all’ospedale Regina Margherita. Lì è stata visitata da un neuropsichiatra, che a scopo precauzionale ha deciso di trattenerla per la notte. Con lei si trova la madre, che parla inglese.
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La testimonianza della madre
“Eravamo sul sentiero quando sono arrivati i poliziotti francesi. Ci hanno accerchiato e urlato di fermarci. E ho sentito degli spari…”. Lo ha raccontato la mamma della bambina ricoverata in ospedale sotto choc agli operatori della Croce Rossa che, dopo il respingimento al confine francese, li ha trasportati dal Rifugio Massi di Oulx, in alta Valle di Susa, a Torino. La polizia francese smentisce di aver sparato per fermare i migranti. Come non è confermato che la bimba, dopo una prima crisi, sia stata ricoverata per una notte all’ospedale di Briancon, come riferito sempre dalla donna. Al Regina Margherita la bambina è sotto osservazione. Quando aveva sette anni era rimasta ferita alla testa dall’esplosione di una bomba e quanto accaduto nel bosco, secondo il racconto della madre, avrebbero ricordato l’episodio, scatenando la crisi.