In Conferenza stampa, Mario Draghi ha annunciato le nuove misure restrittive in vigore dal prossimo 6 aprile.
Al termine della cabina di regia del Premier Mario Draghi con i Ministri sul prossimo decreto, il Presidente del Consiglio ha annunciato in Conferenza le misure stabilite che saranno in vigore con il prossimo Dpcm. La cabina di regia è iniziata alle ore 12.00 ed è durata poche ore. Hanno preso parte i ministri Roberto Speranza, Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli, Dario Franceschini, Mariastella Gelmini, Elena Bonetti, Patrizio Bianchi, il sottosegretario Roberto Garofoli e i membri del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli.
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Poche le variazioni. Restano in vigore le attuali restrizioni, ma niente più zona gialla. Si torna a scuola anche in zona rossa. Le misure saranno in vigore dopo il 6 aprile, al termine delle festività di Pasqua. Niente più zone gialle. Fio al 30 aprile saranno confermate le misure ad oggi in vigore che prevedono solo zone arancioni e rosse. Le misure decise dovrebbero durare fino a fine mese. Ciò significa che l’Italia resterà chiusa per un altro mese e che, alla fine, a Palazzo Chigi ha prevalso la linea rigorista dal momento che le differenze, in termini di riapertura, tra arancio e rosso sono pochissime. Ma vediamo nel dettaglio la Conferenza punto per punto.
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Confermata la riapertura delle scuole nelle zone rosse, ma solo fino alla prima media. In alcuni casi sarà possibile effettuare dei test con tamponi, ma non sarà una decisione estensiva. “I contagi stanno diminuendo, nonostante la situazione resti critica e preoccupante. Questo spazio abbiamo deciso di utilizzarlo per le scuole, ma aprire ulteriormente vorrebbe dire dare una spinta ai contagi”, ha detto Draghi.
Cambiati i criteri sull’export vaccini. “Prima l’unico requisito per lo stop all’export di un certo vaccino era il non rispetto del contratto da parte di una società. Ieri la commissione ha allargato il criterio introducendo le parole proporzionalità e reciprocità”, ha detto Mario Draghi. “Conta anche cosa fa il Paese verso cui un vaccino è diretto, ovvero se consente o meno le esportazioni. La proporzionalità e un criterio più sottile, riguarda la spedizione di vaccini verso un Paese che ha una percentuale già alta di vaccinati”, ha proseguito. Inoltre, il Presidente del Consiglio ha rivendicato il ruolo dell’Italia che, per prima, ha lanciato il tema delle restrizioni all’export di vaccini nei Paesi extra-Ue.
“Mi riservo di esaminare la parte giuridica degli ultimi contratti. Confermo quanto detto: c’è in gioco la salute, la vita e la morte, bisogna cercare il coordinamento europeo e se non si vede la soluzione bisogna cercare altre strade. Io però starei attento a fare certi contratti”. Il riferimento è sul vaccino russo Sputnik. Secondo un’indagine fatta dalla commissione parlando col fondo d’investimento russo, è possibile produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all’estero. “E’ vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda su questo ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell’anno”, ha spiegato il Premier.
“Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo“, ha annunciato il Premier.
Infine, su Biden intervenuto al Consiglio Ue: “L’intervento di Biden è stato molto importante, ha veramente portato aria nuova, fresca nei rapporti Stati Uniti-Ue”.
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