Malika Ayane racconta il senso del suo nuovo album tra emozioni e attimi fuggenti in un presente che chiede di essere vissuto.
Esce il 26 marzo “Malifesto”, il nuovo album della cantautrice Malika Ayane. Dopo “Naif” (2015) e “Domino” (2018), questo è il terzo disco che ha come tema centrale il presente. Nel primo la cantante dava sfogo al bisogno di raccontare la vita e la visceralità dell’attimo fuggente, mentre il secondo era uno specchio della necessità di osservare. Questo terzo nuovo progetto prende qualcosa dai suoi predecessori e continua a raccontare un presente che si vive e che si osserva, un presente fatto di attimi in cui essere immersi. Un presente anche piuttosto diverso dai precedenti ma che, come spiega Malika Ayane, non va subito ma accolto come “una condizione temporale”, un nuovo quotidiano.
Il significato di Malifesto
Il termine “Malifesto” nasce da un gioco di parole. La cantante stessa ama giocare con il proprio nome e racconta il titolo proprio come una storiella divertente “Malika che manifesta emozioni”. il fulcro dell’album è tutto qui, nella descrizione di una serie di emozioni raccontate attraverso degli istanti. Nel realizzare questo progetto, la cantante ha pensato a “un disco che potesse essere ascoltato sia in appartamento che in un’auto, così che potesse sia accogliere che incalzare”.
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Italia e Francia nel nuovo album
L’ispirazione primaria viene dalla contemporanea scuola francese, un’influenza che si rispecchia nei suoni, pochi ma caldi, e nell’atmosfera dell’intero album. Al tempo stesso, “Malifesto” è il primo disco realizzato completamente in Italia dopo l’esperienza berlinese. “Siamo un gruppo di italiani che può guardare fuori e prendere ispirazione da tutto il mondo senza perdere le proprie radici”, afferma con fierezza Malika Ayane.
La collaborazione con Colapesce e Dimartino
L’apporto dell’intero gruppo nella realizzazione dell’album è stato fondamentale. “Si tratta di un’analisi vissuta di emozioni diverse”, spiega Malika Ayane, “tanto che la pluralità di scrittura è stata importante per avere più punti di vista su una stessa cosa, da raccontare poi tramite la mia vocalità”. È anche grazie a questa fusione di voci diverse che è arrivato il brano “Telefonami”, in collaborazione con Colapesce e Dimartino. “Il brano mi è piaciuto molto per scrittura e contenuto”, racconta Malika Ayane, “per la sua modernità. Io sono intervenuta insieme a Pacifico nel riscrivere parte del testo, mentre l’impronta di questo modo leggero che hanno di guardare la scrittura di una canzone che è pop ma non è pop è stato il loro intervento.”
L’evoluzione personale e professionale di Malika Ayane
L’evoluzione di Malika Ayane da “Naif” a “Malifesto” è evidente e non si ferma al solo aspetto artistico. Rispetto al passato, la cantante ammette di aver guadagnato una consapevolezza diversa di se stessa: “Negli ultimi anni stavo diventando troppo scientifica nella ricerca dei suoni e nell’approccio ai miei album, tanto che “Domino” sembra chimica più che musica”. In questo tempo particolare, Malika ha riscoperto l’essenzialità: “Se riesco a fare questo lavoro oggi è perché quando ero ragazza dovevo usare la voce per catturare l’attenzione di chi doveva mettersi in silenzio e ascoltare per scoprire la mia voce”.
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