Due infermieri e 8 operatori socio sanitari sono stati posti in ferie forzate dalle Rsa per cui lavoravano per aver rifiutato il vaccino. Ecco che cosa ha stabilito il Tribunale di Belluno.
Il Tribunale di Belluno ha bocciato il ricorso di 10 operatori sanitari di due Rsa del bellunese che richiedevano il reintegro immediato dopo essere stati sospesi perché si erano opposti alla vaccinazione offerta.
Due infermieri e otto operatori socio sanitari sono stati messi in ferie forzate dopo aver rifiutato di fare il vaccino per il Covid-19. A quel punto le Rsa per cui lavorano, due case di riposo del bellunese, li ha sospesi. Inoltre i lavoratori avevano dovuto sottoporsi anche a una visita medica del lavoro dopo la quale erano stati ritenuti non idonei al servizio e allontanati dalle loro mansioni professionali. Questi sanitari quindi avevano fatto subito ricorso presso il Tribunale di Belluno per il reintegro immediato, portando avanti la motivazione riguardante la libertà di scelta vaccinale prevista dall’ordinamento vaccinale italiano e dalla Costituzione.
Il Giudice Anna Travia ha respinto il ricorso, ma non ha stabilito l’implicita l’obbligatorietà del vaccino. Il giudice ha dunque respinto la necessità del provvedimento d’urgenza, poiché i diritti dei lavoratori non erano stati intaccati, essendo in ferie. Inoltre il licenziamento è stato solo minacciato e non messo in pratica. Quanto stabilito dal giudice si trova a essere in linea con le indicazioni dell’Inail e dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Stando alle leggi non può esserci obbligatorietà di vaccinazione in modo molto diffuso.
A ogni modo, a seconda delle situazioni di lavoro può essere pretesa la vaccinazione, con l’approvazione del medico competente. Anche in questo caso però i lavoratori possono rifiutarsi, il datore di lavoro, a questo punto, a sua volta, deve accertare ogni possibile tutela nei luoghi di lavoro, cercando di non causare danno circa la condizione degli impiegati che rifiutano il vaccino. Il giudice di Belluno ha quindi approvato la decisione di mettere in ferie forzate i dipendenti anti vax. La questione dell’obbligatorietà rimane ancora aperta, così come le procedure da seguire in caso di rifiuto.
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Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, ha rilasciato una dichiarazione a questo proposito. “Si tratta di un caso al momento non contemplato in modo preciso e diretto”. De Luca aggiunge che, a causa delle numerose tesi contrastanti sorgono dei contenziosi. Il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro auspica l’introduzione di una legge per risolvere questo problema e capire cosa fare in caso di rifiuto del vaccino. ” Ciò renderebbe trasparente la regolamentazione di questa fattispecie e non contestabile il licenziamento di chi si oppone”.
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