Shpetim e Tauta Pasho - Meteoweek.com
Un profilo di dna incompleto è stato riscontrato sulle valigie in cui sono stati trovati i resti di due coniugi albanesi uccisi e fatti a pezzi.
Si arricchisce di un nuovo colpo di scena l’indagine riguardante i cadaveri di una coppia di origine albanese: Shpetim e Tauta Pasho, trovati in due valigie sepolte in un campo. Sulla maniglia di uno dei bagagli è stato trovato del dna incompleto appartenente a una persona sconosciuta, un uomo. Questo è il risultato delle analisi compiute dai carabinieri del Ris di Roma dietro incarico della Procura di Firenze. Inoltre, su 14 reperti ritrovati nell’appartamento dove sarebbe avvenuto il delitto ci sono anche altre tracce di dna miste, con una componente a prevalenza femminile.
Tutto è cominciato nel 2015 quando, Shpetim e Tauta Pasho, sono scomparsi misteriosamente a Firenze. Solo nel dicembre del 2020, in un terrreno esterno al carcere di Sollicciano, vicino alla superstrada Firenza, Pisa, Livorno, nel capoluogo toscano, sono emerse le valigie contenenti i resti umano dei coniugi. Dopo qualche giorno è stato stabilito che i resti appartenevano alla coppia albanese sparita nel nulla dopo una visita ai figli a Castelfiorentino. I corpi, fatti a pezzi, sono stati trovati avvolti con del nylon, della pellicola e del nastro adesivo per rallentarne la decomposizione. I due avevano affittato un appartamento a Scandicci per stare vicini a uno dei figli, detenuto nel carcere di Sollicciano. Dopo il ritrovamento delle prime due valigie erano seguiti altre macabre scoperte. In un terzo bagaglio erano stati rinvenuti i resti di una donna, poi stabilito essere Tauta Pasho. A quest’ultima si era aggiunta anche una quarta trolley con altri resti umani sempre appartenenti alla coppia.
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Di questo delitto è indagato uno dei figli della coppia Taulant Pasho, insieme alla sua ex fidanzata Elona Kalesha e il fratello minore di quest’ultima: Denis Kalesha. Dopo una parentesi di latitanza Taulant Pasho è stato ritrovato in Svizzera. A spingere il figlio e i complici al delitto sarebbe stata la somma di 50 mila Euro ricevuta da un’assicurazione come risarcimento per un incidente.
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Riguardo gli ultimi ritrovamenti l’avvocato di Elona Kalesha, Fabio Febbo, ha spiegato che l’assenza di dna femminile sui manici delle valigie incriminate sarebbe la prova che i bagagli con cui la donna fu vista uscire dalla casa di via Felice Fontana in cui avvenne il delitto, non erano quelle con i cadaveri di Shpetim e Tauta Pasho. Inoltre le tracce di dna nell’appartamento potrebbero appartenere a persone completamente estranee alle indagini, dal momento che l’appartamento è stato posto in affitto fino al 2020. Ora si attende la comparazione con il Dna delle tre persone indagate.
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