Lega, scontro Salvini-Zaia. Il fallimento in Lombardia potrebbe aprire nuovi scenari

Si riapre la lotta interna tra il leader del Carroccio Matteo Salvini e il governatore veneto Luca Zaia. Lo scontro porta a due fazioni della Lega ben distinte. 

Questo anno di pandemia ha contribuito ad accrescere la popolarità e i consensi di Luca Zaia, governatore del Veneto, tanto che alle Regionali è stato rieletto con un voto plebiscitario. Ad aumentare la visibilità di Zaia è stata la sua gestione regionale della pandemia con scelte spesso molto indipendenti da quelle prese dallo stato centrale. Questa spinta indipendentista di Zaia non è mai stata un mistero ma oltre che da Roma, il governatore veneto sembra intenzionato ad una maggiore autonomia anche dal partito in cui milita. Si riaccende lo scontro tra il governatore veneto e il leader del Carroccio.

A riaccendere la miccia tra Salvini e Zaia, il caso di Sonia Fregolent, la senatrice consigliere di un comune in provincia di Treviso che ha chiesto ed ottenuto un bonus-rimborso comunale per le spese del centro estivo che frequenta il figlio. Una mossa politica poco astuta che ha fatto discutere molto. Quei bonus dovrebbero essere riservati a famiglie in difficoltà e dovrebbe essere vietato a chi guadagna più di 10mila euro al mese di beneficiare di quei sussidi.

Il direttivo ha esaminato la questione ma ha anche esaminato un altro episodio. L’eurodeputato veneto Antonio da Re ha lamentato il fatto che nel governo Draghi il Veneto abbia un solo ministro a differenza della Lombardia, che ha guadagnato molte poltrone, come una tra le più importanti, ovvero il ministero dello sviluppo economico in mano a Giancarlo Giorgetti. La questione ha scatenato una nuova guerra tra i leghisti veneti e lombardi. 

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Scontri in Regione Lombardia, la Lega sembra aver fallito

Il conflitto sfocia nell’espulsione di una leghista del Veneto Orientale che aveva indirizzato post polemici sia a Zaia che a Salvini. La motivazione dell’espulsione è che “chiunque aderisce al movimento è consapevole che ci sono delle regole e la più importante è che in Lega non c’è spazio per divisioni, attriti e inutili polemiche. La Lega è una squadra che si muove all’unisono“. Una regola non molto chiara a chi continua a farsi la guerra tra Lombardi e Veneti della Liga Veneta che spinge per una maggiore supremazia all’interno del partito.

Questo processo potrebbe essere avvantaggiato dalla crisi che sta affrontando la Lombardia. In questo anno, il Covid ha spogliato la regione manifestando tutte le sue fragilità, in primis la sanità. La gestione della pandemia in Lombardia non è certo stata esemplare e ora arriva l’ennesimo flop che crea caos all’interno della giunta regionale. Arriva anche l’ammonimento dello stesso Salvini “chi sbaglia paga”, il problema è che i colpevoli sono fin troppi per questa mala gestione. I vertici sono stati cambiati più di una volta, dagli assessori al Welfare, ai direttori generali. La Sanità lombarda è il simbolo di tutto ciò che non va nella sanità italiana. 

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A questa mancanza di organizzazione e logistica si aggiungono i conflitti interni alla politica, soprattutto al centrodestra. L’assessora Moratti è in aperta discordia con il presidente della Regione Attilio Fontana e questo influenza tutta la giunta. Insomma, la Lombardia è nel caos e potrebbe optare per una nuova svolta di poteri. Lo scontro a livello generale riguarda i leghisti contro forzisti. Sembra che un anno di scontri e dissidi abbia portato la Lega in Lombardia a fallire e aprire nuovi scenari e nuovi equilibri. Questo potrebbe riflettersi anche a livello nazionale dove le alleanze e le maggioranze stanno cambiando.

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