Nuovi dettagli circa il colonnello dell’Esercito che abusava sessualmente di tre minorenni. I giovani si aprono con gli investigatori.
Confermate le accuse nei confronti del colonnello dell’Esercito che ha abusato di tre minorenni romani tra i 12 e i 14 anni. I ragazzi hanno condiviso nuovi dettagli sulla brutta vicenda in cui sono rimasti coinvolti come vittime di un 55enne che, in virtù della sua insospettabilità, li ha sottoposti a violenze sessuali. Le famiglie dei giovani si fidavano ciecamente dell’uomo, tanto da affidargli, in più occasioni, i loro figli. Il colonnello, nei giorni scorsi, è stato arrestato dalla Mobile di Roma con pesanti accuse, mentre ora i ragazzini si stanno faticosamente aprendo per raccontare il loro inferno agli inquirenti.
Il racconto delle vittime
“Non avendo figli ti dà molto attenzioni. Se non lo chiamo tutti i giorni si dispiace, si arrabbia. Mi vergogno a dire il resto. Non volevo” ha raccontato uno di loro. L’uomo sfruttava ogni occasione per toccarli contro la loro volontà, per abbracciarli o fare battute a doppio senso. Le violenze sarebbero potute proseguire ancora a lunga se una delle mamme non si fosse insospettita a causa di un ritardo anomalo del figlio. Il colonnello infatti aveva raccontato una bugia, successivamente, controllando il telefono del figlio, la mamma ha scoperto che l’uomo aveva suggerito al ragazzino di aggiungerne un’altra: “dì pure che siamo andati a vedere pure la moto in garage”.
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I sospetti
Il garage è un elemento determinante in questa indagine, perché era già stato al centro di un’altra, torbida vicenda, all’inizio degli anni Duemila. Si trattava dell’inchiesta: Fiori nel fango 2. Secondo le forze dell’ordine, l’uomo avrebbe adoperato il garage come luogo per abusare di un tredicenne di origine rom finito nella tratta dei pedofili. Avendo superato indenne i vari gradi di appello il colonnello ha potuto proseguire con la sua esistenza fino all’estate del 2019, quando è tornato all’attenzione della procura di Roma. L’uomo, che abitava a Trastevere, è stato monitorato con una microspia e pedinato per scoprire quale fosse la vera natura dei rapporti con questi ragazzini.
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Una sera, quando si trovava insieme a un 14enne nella sua auto, intento a portarlo nel proprio appartamento, è stato bloccato dagli agenti. Questi, accertato che il ragazzino non era un suo parente, gli hanno intimato di non portarlo a casa con se. A quel punto l’uomo si è recato in un albergo col ragazzo, dove ha iniziato a toccarlo. Lì la polizia l’ha arrestato in flagranza di reato. Il gip Claudio Carini, dietro richiesta del pm Daniela Cento, titolare di questa inchiesta, ha quindi emesso la misura cautelare in carcere. Il colonnello, adesso, è dietro le sbarre.