Il neo segretario del Pd Enrico Letta continua a battere sulla necessità di allearsi con il Movimento 5 Stelle per poter battere la destra. Disposto a dialogare con tutti, Letta apre anche a Renzi.
In un’intervista a La Vanguardia, quotidiano spagnolo, il segretario dem Letta, richiama le pecore al gregge per battere insieme il centrodestra, perfino Renzi e tutti coloro che hanno lasciato il Pd. Cerca un’alleanza di convenienza in un certo senso, Letta, consapevole della forza del centrodestra. “La destra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni supera il 40%. Per vincere dobbiamo formare una grande alleanza in cui ci sia il M5S” sottolinea Letta. “ll mio compito è anche quello di aprire questa alleanza a tutti coloro che hanno lasciato il Pd.” Non lascia fuori nessuno il segretario dem, preoccupato dalla forza crescente del centrodestra.
Il fulcro principale, però, messo in luce dall’ex premier sin dall’inizio di questa carica, è la coalizione con il M5S. Ora che il Movimento ha preso una via europeista non ci sono vincoli che frenino questa alleanza, soprattutto con il pesante contributo che darebbe avere come alleato l’ex premier Conte. Per Letta, dunque, l’unica soluzione per vincere contro il centrodestra è creare una forte alleanza con il M5S, “che ha vissuto un’evoluzione europeista importante e positiva. La disponibilità di Giuseppe Conte di guidare il M5S è un a buona notizia e sono sicuro che ci capiremo.” Hanno dato subito da intendere che si capiscono i due leader di Pd e M5S.
Non mette paletti, Letta, almeno all’apparenza perchè alla domanda su una probabile apertura anche a Italia Viva e Matteo Renzi risponde disposto a collaborare. “Dipende da loro, io sono disposto a dialogare con tutti“. Ma una scelta di Letta che ha fatto discutere all’interno del partito democratico è stata la volontà di sostituire i due capigruppo alla Camera e al Senato.
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Il motivo sostanziale è il grande problema del Pd con la presenza femminile, per Letta c’è una grande disparità e questa va rimediata. Sulla linea di quello che era il pensiero e il percorso di Nicola Zingaretti, Letta decide di nominare due capigruppo donne in Parlamento. Attualmente, però, questi ruoli sono ricoperti da due ex renziani, due riformisti Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Scelta che ha subito fatto discutere. Ma Renzi accoglie la sfida di Letta e riconosce una differenza tra lui e Zingaretti. “La novità del Pd guidato da Enrico Letta rappresenta oggettivamente una svolta rispetto all’epoca di Zingaretti” dice il leader di Italia Viva, sperando in un Pd non più sotto le grinfie dei grillini.
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Anche Matteo Renzi sembra pronto al confronto con il Pd, ma insiste che Letta debba scegliere da che parte stare: sulla via del riformismo o quella del populismo. Occorre passare dalle parole, dalle intenzioni ai fatti, afferma Renzi perché i dem, a parer suo, non possono andare alle elezioni con “sovranisti e populisti”. E’ un controsenso definirsi riformisti “se si accetta di stare nella cultura dell’odio, c’è una contraddizione in termini“. Il riferimento chiaro è ai grillini e a Beppe Grillo che da anni fomenta l’odio, “con la violenza delle parole che poi diventano bossoli” sottolinea Renzi in riferimento alla brutta sorpresa ricevuta in Senato.
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