Cure gratis per 152 albanesi a spese dei contribuenti: truffa da un milione al sistema sanitario

Torino, truffa ai danni del sistema sanitario nazionale: accertato un danno da oltre un milione. Grazie a delle false dichiarazioni 152 albanesi hanno avuto cure gratis a spese dei contribuenti. I carabinieri eseguono tre misure cautelari

truffa da un milione al sistema sanitario

Questa mattina i carabinieri di Torino hanno eseguito tre misure cautelari nei confronti di due donne albanesi e del figlio italiano di una di loro, impiegato all’Agenzia delle Entrate. Secondo l’accusa i tre avrebbero costruito un complesso meccanismo per frodare il sistema sanitario nazionale, garantendo a loro connazionali cure mediche gratuite senza averne diritto.

Truffa da un milione al sistema sanitario

Complessivamente sono stati accertati 175 episodi di frode per un danno complessivo pari a oltre un milione di euro. Una delle tre persona indagate si trova ora agli arresti domiciliari, una ha l’obbligo di firma e l’ultima la sospensione dal pubblico ufficio. A condurre le indagini, tra settembre 2019 e ottobre 2020, i militati del Nucleo investigativo torinese.

Dall’inchiesta è emerso che le due donne, operando in qualità di mediatrici culturali nei centri di Informazione Salute Immigrati di Torino e provincia, avrebbero favorito in maniera illecita alcuni albanesi consentendo loro di curarsi a spese dei contribuenti italiani.

truffa da un milione al sistema sanitario

LEGGI ANCHE: Palermo: denunciati 17 furbetti del reddito di cittadinanza

Cure gratis a spese dei contribuenti

Sfruttando una norma del testo unico sull’immigrazione che consente al cittadino extracomunitario non in regola di accedere comunque alle cure sanitarie, totalmente a carico del sistema pubblico nel caso in cui si trovi in una condizione di indigenza, le due donne avrebbero invitato i cittadini albanesi con cui entravano in contatto a retrodatare di tre mesi il loro ingresso in Italia così da risultare irregolari sul territorio nazionale.

Per evitare si risalisse alla reale data di accesso in Italia attraverso il visto impresso sul passaporto, avrebbero, inoltre, invitato a sporgere denuncia di smarrimento del documento. Successivamente avrebbero fatto redigere una falsa dichiarazione di indigenza per ottenere il codice di straniero temporaneamente presente.

LEGGI ANCHE: Morto padre Gian Paolo Salvini, ex direttore di Civiltà Cattolica

Indagati 152 albanesi

Il terzo soggetto, invece, avrebbe operato accessi abusivi nella banca dati dall’Agenzia delle Entrate per accertamenti patrimoniali sui beneficiari delle prestazioni. La indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura, hanno consentito di individuare 152 albanesi presunti fruitori del sistema, di cui la maggioranza giunti in Italia con l’unico scopo di curarsi gratuitamente. Sono tutti indagati per concorso in truffa.

Gestione cookie