La storia di Victoria, bassista dei Måneskin, dall’infanzia al palco dell’Ariston in un’intervista che celebra le donne.
Victoria De Angelis, bassista dei Måneskin, la band vincitrice del 71esimo Festival di Sanremo con la canzone Zitti e buoni, si racconta in un’intervista al Corriere della Sera. Da bambina ribelle a icona rock, Victoria parla nel nome della musica e delle donne.
A scuola con Damiano
Victoria non è mai stata una bambina da principesse Disney. Di amiche femmine non ne ha mai avute e alle bambole ha sempre preferito lo skate e il calcio, tanto che continua a trovare assurdo che già a 6-7 anni si possa essere plasmati dalle impostazioni della società. Ma proprio nella musica ha trovato la libertà che ha sempre cercato fin da piccola:
“A 8 anni ho iniziato a suonare la chitarra in modo istintivo”, spiega Victoria”, “e infatti quando mi sono iscritta alle medie musicali la prof mi sgridava sempre per la posizione. In un paio di occasioni mi hanno fatto provare il basso” e da allora non lo ha più lasciato.
Sempre alle medie ha iniziato a suonare nelle prime band e in una di queste c’era Damiano, l’attuale frontman dei Måneskin. Tuttavia, non è stato proprio “amore a prima vista”…
“Avrò messo in piedi una decina di gruppi e in uno dei primi c’era Damiano”, racconta la giovane bassista, “Ci chiamavano The Third Room perché suonavamo in aula 3. Ahimè ci sono dei file su Soundcloud che andrebbero eliminati… Facevamo metal e Damiano voleva fare cose più pop. Lo abbiamo allontanato”.
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La nascita dei Måneskin
Ma gira e rigira, alla fine Damiano è tornato e sono nati i Måneskin:
“Ho incontrato Thomas (Raggi, il chitarrista ndr) e con lui abbiamo cambiato un sacco di cantanti. Non ci convinceva nessuno. A un certo punto avevamo trovato una ragazza brava, ma viveva fuori Roma e non riusciva a incastrare gli impegni. In quel momento si è rifatto vivo Damiano. Mi ha scritto che voleva fare sul serio: non era più una pippa, era migliorato. Poi ecco Ethan (Torchio, il batterista ndr), trovato mettendo un avviso su Facebook”.
Il rock è donna
Insieme a loro Victoria non ha soltanto dominato il palco dell’Ariston, ma si è anche affermata in quel panorama musicale troppo spesso maschilista, che non è altro, come afferma la bassista, che il “riflesso della società estremamente patriarcale in cui viviamo. Nella musica c’è una tendenza a sessualizzare molto le artiste: si dice che è una è bona, non che è brava. E se una twerka non si è ancora capito che lo fa per divertirsi e non per far piacere a un uomo”.
Victoria non è soltanto una bassista di talento, è una donna che fa musica rock e questo rende i suoi successi una vittoria che non rimane soltanto a lei ma si allarga e comprende tutto quell’universo femminile che lotta continuamente per la propria affermazione.
“Ammiro le donne che hanno fatto cose importanti in un genere dove prevalgono atteggiamenti maschili”, dice Victoria, e sicuramente i suoi fan ammirano lei per la sua anima coraggiosa, selvaggia, rock.
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