Tentò di uccidere l’ex moglie con un’accetta e non si è mai pentito: ottiene la semilibertà

Un uomo, Stefano Rizzo, che nel 2013 cercò di uccidere con un’accetta l’ex moglie, sta per tornare in semilibertà.

Stefano Rizzo semilibertà
Stefano Rizzo semilibertà- Meteoweek.com

A luglio del 2013 Stefano Rizzo aggredì brutalmente l’ex moglie Gianangela Gigliotti cercando di ucciderla con un’accetta e ottenendo una condanna di 11 anni con sentenza passata in giudicato, ma ora sta per ricevere la semilibertà. Otto anni fa l’uomo si era recato presso l’abitazione della sua ex, in via Vecchia Trevigiana a Parè di Conegliano guidando l’auto aziendale. Con il favore del buio era penetrato all’interno dele cortile del condominio, dopo essere passato attraverso una porta finestra aveva forzato una ringhiera in ghisa, riuscendo così a entrare nell’appartamento dove ha attuato il suo tentativo di omicidio.

Scarcerato brutale aggressore: la storia

Gianangela Gigliotti si trovava al computer al momento dell’aggressione, quando Stefano Rizzo si avventò su di lei ferendola al collo, alle braccia, alle gambe e facendole saltare tre dita. La donna venne lasciata a terra, agonizzante, finché 20 minuti dopo non fu trovata e soccorsa dal figlio 22enne. Il suo aggressore, nel frattempo, era fuggito, rimanendo latitante per quasi 90 ore. Rizzo aveva tentato di sviare le ricerche inscenando un finto suicidio. Aveva infatti gettato l’auto nel fiume Piave, a Cortellazzo.

Stefano Rizzo semilibertà
Stefano Rizzo semilibertà- Meteoweek.com

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Dopo aver rubato una bici aveva vagato per San Donà e alla fine le forze dell’ordine l’avevano arrestato a casa della madre, ad Arcade. Il prossimo 22 marzo per quest’uomo si apriranno le porte del carcere, Stefano Rizzo infatti sarà in regime di semilibertà: durante il giorno lavorerà in una cooperativa, mentre tornerà in carcere la sera. L’uomo ha dichiarato: “ho quasi pagato il mio debito, è una vicenda che voglio mettermi alla spalle“. Di tutt’altro avviso è la vittima, Gianangela Gigliotti infatti deve fare i conti tutti i giorni con il gesto violento dell’ex marito che l’ha lasciata su una sedia a rotelle, con gravi menomazioni alle braccia e alle gambe. A causa dell’attacco ha anche perso la sensibilità a tre dita.

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Ogni mattina, quando mi alzo dal letto,  soffro per i dolori” ricorda Gianangela Gigliotti che da 8 anni attende le scuse dell’ex marito che, invece, non ha mai proferito parola sull’accaduto. La sopravvissuta non teme che l’uomo possa nuovamente cercare di ucciderla, perché sa che sarà sorvegliato. “Non è un padre, non è mai stato un marito, è solo una persona cattiva che, nel corso del processo, non ha avuto mai neppure una parola di pentimento” ha commentato. Da lui, però, Gianangela Gigliotti, esige un risarcimento. Si tratta di ciò che le spetta per le spese che deve sostenere dopo essere stata ferita da Rizzo. “Mi deve: una provvisionale di 350mila euro, un risarcimento che vale due milioni“. Lei è disposta ad accettare persino pagamenti a rate, ciò che le interessa non sono tanto i soldi, ma il fatto che lui si renda conto delle conseguenze del gesto compiuto.

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