Gabriella Privitera ha fatto visita al figlio all’ospedale milanese di Niguarda e in un’intervista al Corsera ha raccontato…
Sono passati quasi 10 giorni da quando Fabrizio Corona, al momento del suo arresto, ha avuto una crisi di nervi aggredendo gli agenti venuti a prelevarlo dopo la revoca degli arresti domiciliari e si è ferito ai polsi, venendo poi trasportato all’ospedale Niguarda di Milano dove si trova attualmente piantonato nel reparto di psichiatria. Alla drammatica scena dell’arresto ha assistito la madre dell’ex agente fotografico, Gabriella Privitera, che recentemente ha fatto visita al figlio in ospedale ed è poi stata raggiunta dal Corriere della Sera per un’intervista.
Gabriella Privitera ha trovato il figlio “Molto dimagrito. Ho cercato di convincerlo a prendere almeno un po’ di zucchero, ma non vuole niente”. Alla base dello scoppio di Corona, quel giorno, è stata secondo la madre l’obbligo di dover scontare nove mesi di carcere aggiuntivi.“Non si aspettava la decisione della Cassazione – spiega -. Si sente vittima di un’ingiustizia e di accanimento: quei mesi li ha scontati”.
La signora Gabriella ha spiegato che il figlio soffre di “una malattia psichiatrica: disturbo borderline con disturbo bipolare di tipo narcisistico associato ad una sindrome depressiva maggiore”. Per questa patologia, confermata da diversi specialisti e la dui denominazione è presente nell’ordinanza di revoca dei domiciliari, non ci dovrebbe essere il carcere ma un percorso alternativo che porti alla cura e poi alla riabilitazione nella società.
Al Corsera, Gabriella Privitera ha spiegato che Corona soffre di questo disturbo “da una quindicina di anni”. La malattia è venuta fuori “pian piano e negli anni si è aggravata portandolo a commettere eccessi e reati”. Alla malattia è correlata l’ossessione del figlio per i soldi ed entrambe non sarebbero che “un modo per celare la sua mancanza di autostima”.
Certo l’atteggiamento di accentuata sicurezza di sé che Fabrizio Corona mostra in pubblico suggerirebbe altro ma “Le malattie psichiatriche vengono mimetizzate da un comportamento che appare contrario alla sofferenza che c’è interiormente”, ha puntualizzato la signora Gabriella aggiungendo che anche nei suoi confronti il figlio manifesta un comportamento “altalenante”, passando “da periodi di rifiuto totale, perché è tipico della malattia psichiatrica sfogarsi con i familiari, ad altri di grande amore”.
I reati commessi sarebbero “stati fatti quando usava stupefacenti e perché è malato. In questi anni ha fatto una terapia preziosissima che ha prodotto grandi miglioramenti”, ha dichiarato la donna rimarcando che il figlio non si macchia di reati da molti anni e che in qualche modo la trasgressione delle regole non può essere assimilata ai reati. Per questo grida all’accanimento nei confronti di Fabrizio, di ingiustizia.
Dice che il figlio è malato e deve essere curato, ma non in carcere dove non farebbe che peggiorare. Deve tornare a casa per riprendere il percorso portato avanti con impegno e sofferenza insieme a lei e a “suo figlio Carlos, i suoi fratelli e le poche persone che gli vogliono veramente bene. Se lo mettono in carcere, muore”, conclude Gabriella Privitera esplicitando così il suo timore più grande: che Fabrizio possa suicidarsi. “È la cosa che temo di più a causa della malattia. Mi appello alla dottoressa Di Rosa affinché lo incontri”.
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