Trovato l’accordo anche sulle cartelle esattoriali: punto d’incontro tra le visioni politiche molto distanti tra loro nella maggioranza
Sciolto il primo nodo del Governo Draghi, quello relativo allo stralcio delle vecchie cartelle esattoriali. Il provvedimento tanto contestato e discusso si farà, ma riguarderà solo le cartelle dal 2000 al 2010 compreso, con un tetto fino a 5.000 euro, e non al 2015 come nelle ipotesi precedenti. La cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali può essere applicata soltanto a chi ha un tetto di reddito fino a 30.000 euro (limite elevato a 50.000 per le aziende). Questo comporta che a scomparire dal magazzino della ex Equitalia saranno 16 milioni di ruoli, e non 61 milioni. Parte di questi, cioè oltre 800 milioni, saranno comunque recuperati nel 2022.
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Soddisfazione di Lega e Movimento 5 Stelle, rabbia da parte di LeU che parla di una misura “peggio di un condono”, moderazione da parte del Partito democratico. “Chiediamo una copertura totale da parte del Mef. Verificheremo che ai Comuni vengano stralciate le cartelle solo delle persone più in difficoltà e per le quali verranno interamente ristorati dallo Stato, per evitare che siano costretti a tagliare servizi essenziali per i loro cittadini” dichiarano Ubaldo Pagano e Gian Mario Fragomeli, capigruppo Pd rispettivamente delle Commissioni Bilancio e Finanze a Montecitorio. “Lo stesso massimo impegno il Pd lo garantirà sulla ormai non più rinviabile riforma della riscossione in seno all’attuale riforma fiscale, per evitare che in futuro si possano ancora generare sacche di mancati pagamenti fiscali per molti anni” affermano i dem.