Richiesta una perizia per l’imprenditore Alberto Genovese, accusato di aver stuprato due ragazze a Milano e a Ibizia. Secondo i suoi legali bisogna valutare le sue condizioni di salute.
E’ dal 6 novembre del 2020 che l’imprenditore Alberto Genovese si trova in carcere con l’accusa di aver stuprato una ragazza diciottenne durante un festino nel suo attico a poca distanza dal Duomo, a Milano. Già nel febbraio scorso i legali di Genovese avevano chiesto la scarcerazione del loro assistito, che si trova dietro le sbarre a San Vittore, e gli arresti domiciliari in una struttura dove possa disintossicarsi. Ora i suoi avvocati hanno inoltrato la richiesta di una perizia per valutare le sue condizioni di salute in rapporto alla sua dipendenza da cocaina al fine di una possibile scarcerazione.
La difesa di Alberto Genovese torna a insistere chiedendo al gip di Milano Tommaso Perna gli arresti domiciliari in una clinica per disintossicarsi. Già in febbraio una simile richiesta venne negata dal giudice, insieme a quella per disporre una perizia sugli audio dei filmati della Terrazza Sentimento. Genovese infatti ha sempre negato di aver commesso delle violenze sessuali, sostenendo che le donne fossero consenzienti. Ora però i suoi avvocati fanno notare, anche tramite la consulenza di un esperto psichiatra, che l’imprenditore, in carcere, si è sottoposto a terapia farmacologica, ma non ha una vera diagnosi.
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Al giudice quindi chiedono una perizia per valutare il suo stato di salute. Sul fronte delle indagini, invece, la Procura medita di chiedere una consulenza a un tossicologo e a uno psichiatra per comprendere gli effetti delle droghe somministrate alle ragazze, questa infatti le avrebbero rese incoscienti e incapaci di reagire. La situazione di Alberto Genovese non è semplice. Dopo l’accusa di aver violentato una diciottenne il 10 ottobre del 2020, il 25 febbraio del 2021 all’imprenditore è stata resa nota una nuova ordinanza per stupro, contestata anche alla sua fidanzata: Sarah Borruso.
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L’accusa, in questo caso, proviene da una modella 23enne per fatti avvenuti a Villa Lolita, a Ibiza, il 10 luglio scorso. Anche questa ragazza ha dichiarato di essere stata stordita da un mix di droghe e poi violentata. A sua discolpa la fidanzata di Alberto Genovese ha sostenuto di essere stata soggiogata dal partner e di aver assecondato tutti i suoi desideri perversi con la complicità delle droghe, accettando così di partecipare a rapporti a tre. Ora spetterà al giudice decidere le sorti dell’imprenditore.
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