Curava cancro e altre malattie gravi con gli ultrasuoni: rinviata a giudizio Veronica Puddu, la dottoressa radiata e indagata per omicidio volontario. Il gup ha accettato la richiesta del pubblico ministero.
È stata rinviata a giudizio dal Gup di Lanusei la dottoressa di Tertenia (in Ogliastra) Alba Veronica Puddu. Radiata e indagata per omicidio volontario, circonvenzione di incapace e truffa, è accusata di aver curato dei pazienti affetti da tumore con metodi alternativi, quali gli ultrasuoni. Tre dei suoi pazienti morirono nel 2017, mentre nei casi meno gravi le sue cure di rivelarono totalmente inefficaci. Puddu dovrà dunque comparire davanti alla Corte D’Assise di Cagliari il 26 aprile 2021.
Accettata la richiesta del pubblico ministero Gualtiero Battisti: il gup del Tribunale di Lanusei Mariano Arca ha disposto il rinvio a giudizio di Alba Veronica Puddu. La dottoressa, che è stata radiata, avrebbe convinto i suoi pazienti “ad abbandonare le cure ordinarie e tradizionali che avevano in corso per sottoporsi a sue cure alternative basate su ultrasuoni, manifestamente inadeguate e del tutto inutili rispetto alle patologie in questione“.
Secondo quanto spiegato dalla Procura, tre di questi morirono nel 2017: due a Tertenia, “presso l’abitazione della stessa Puddu che li aveva lì ospitati per poter proseguire nelle cure da lei proposte (e praticate dietro ricca remunerazione)”, mentre uno presso l’ospedale di Oristano. Oltre ai reati di omicidio doloso aggravato e di circonvenzione di incapace, “sono state anche contestate all’imputata altre ipotesi delittuose, per le quali allo stesso modo è stato disposto il rinvio a giudizio innanzi alla Corte di Assise di Cagliari (in ragione della connessione con il reato di omicidio doloso) per l’udienza del prossimo 26 aprile”.
In particolare, spiega ancora la Procura nel documento, sono due le ipotesi di “truffe poste in essere nei confronti di diversi pazienti“. Dopo aver falsamente diagnosticato loro malattie inesistenti e molto gravi, la donna li avrebbe assistiti, dietro compenso, “con le solite cure manifestamente inadeguate (e comunque inutili in ragione dell’insussistenza – poi verificata – delle gravi malattie prospettate). Da ultimo, un’ipotesi di responsabilità per colpa medica, scaturita dall’attività, praticata nei confronti di una giovane paziente, di asportazione chirurgica di un tatuaggio”.
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La professionista ha sempre respinto tutte le accuse che la vedono coinvolta. I suoi difensori, Michele Zuddas e Nicola Andrea Oggiano, hanno inoltre fatto leva sulla mancanza del nesso di causalità tra i decessi e le cure del medico. Di fatto, sono tre le vittime accertate all’inizio dell’inchiesta, ma l’accusa di omicidio volontario era rimasta in piedi solo per uno dei tre decessi. Con la morte degli altri due pazienti, infatti, il consulente del Pm non avrebbe trovato nesso con le pratiche della dottoressa.
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Oltre ai legali della dottoressa, all’udienza di oggi erano presenti i difensori delle parti civili (ovvero i familiari dei pazienti della Puddu). Le indagini che hanno portato al rinvio a giudizio di Puddu sono state condotte dai Carabinieri della Stazione di Tertenia, in stretta collaborazione con i Carabinieri del NAS di Sassari e dei militari della Tenenza di Arbatax della Guardia di Finanza.
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