Omicidio Bolzano, ritrovato telefono di Laura Perselli: manca all’appello il corpo del marito

Coniugi uccisi a Bolzano, ritrovato il telefono di Laura Perselli: lanciato nel fiume proprio dal figlio Benno come tentativo di depistaggio. Del corpo di Peter Neumair, però, ancora nessuna traccia.

Laura Perselli - meteoweek
recuperato il telefono di Laura Perselli – meteoweek.com

Recuperato dai carabinieri subacquei di Genova il telefono cellulare di Laura Perselli. L’iPhone della donna, uccisa dal figlio Benno Neumair, è stato ritrovato nel fiume Isarco, a circa 100 metri a sud di Ponte Roma. Il ritrovamento del dispositivo è avvenuto durante la mattinata di domenica scorsa, dopo una lunga perlustrazione dell’area con l’ausilio dei metal detector. Manca all’appello, tuttavia, ancora il corpo del marito della donna, Peter Neumair. Al momento, le ricerche del cadavere sono sospese.

Coniugi uccisi a Bolzano, un delitto premeditato

La notizia del ritrovamento del telefono della donna è stata rilasciata durante il programma “Mattino Cinque”, in onda su Canale 5. Secondo quanto si apprende, il cellulare sarebbe stato lanciato nel fiume proprio dal figlio Benno, come tentativo di depistaggio. Il giovane, infatti, voleva far credere che sua madre fosse sparita nei pressi dell’area.

Il 3oenne, si ricorda, viene accusato del duplice omicidio dei genitori e si trova al momento in carcere a Bolzano. Dalle ricostruzioni effettuate tramite inchiesta e tramite le stesse confessioni del giovane, nel pomeriggio del 4 gennaio scorso, dopo aver soffocato i genitori, Benno avrebbe preso il cellulare della madre portandolo nei dintorni di ponte Roma, lasciandolo acceso e abbandonandolo temporaneamente dietro un cespuglio per circa 3 ore.

LEGGI ANCHE: Ordina la droga online ma gli viene consegnata mentre ci sono i carabinieri in casa

Sarebbero state poi le ore 21, quado il giovane è tornato sul luogo dell’occultamento con l’intento di spegnere definitivamente il cellulare della donna. Infine, avrebbe lanciato l’iPhone nel fiume, nel tentativo di farlo sparire. Secondo quanto ricostruito, la strategia del 30enne era quella di rallentare e depistare il lavoro degli investigatori.

LEGGI ANCHE: Caso Eni-Nigeria: assolti Descalzi e Scaroni, la decisione del Tribunale di Milano

L’assassino voleva far credere che sua madre fosse passata proprio di lì, per quella zona, prima di scomparire, e non a casa sua – teatro del macabro e brutale omicidio. Ma non bastava. Il giovane avrebbe poi tentato di interferire nuovamente con le indagini in maniera del tutto intenzionale. Ai soccorritori che cercavano la madre con i cani molecolari, infatti, avrebbe consegnato un paio di scarpe facendole della sorella Madé, facendole tuttavia passare come appartenenti alla vittima. Una serie di operazioni, queste, che avvalorerebbero l’ipotesi di un omicidio premeditato e organizzato nei minimi dettagli.

Gestione cookie