Nonostante le critiche che vengono continuamente mosse al premier Draghi sulla linea di continuità con il governo Conte, le novità stanno arrivando. Pian piano senza troppo clamore cambia anche il Cts.
Dopo aver sostituito il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri con Figliuolo, è il turno del Cts. La scelta di sollevare dall’incarico Arcuri era quasi d’obbligo, dopo i tanti errori era un passo che tutti aspettavano dalla nuova amministrazione. Il nuovo commissario, il generale Figliuolo ha già cambiato linea rispetto alla precedente campagna vaccinale. Si perde poco in primule e punta sull’accelerazione e l’efficacia del sistema vaccinale. Insieme ad Arcuri è andato via anche il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Questo è stato sostituito da Draghi con Fabrizio Curcio.
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Adesso arriva la volta del Cts. Mario Draghi sta eliminando tutti i volti e gli scienziati, presunti e non, dell’epoca Conte per cambiare realmente il volto di questa amministrazione. Nel suo stile, silenzioso e discreto Draghi ha rivoluzionato il Comitato tecnico scientifico, protagonista indiscusso di questa pandemia. I membri erano stati scelti da Giuseppe Conte e lo avevano sostenuto in tutti i suoi Dpcm. Tutti gli scienziati legati all’ex premier sono stati sollevati. C’era bisogno di una ridefinizione di questo organo anche se questa somiglia più ad una strage. Da 27 membri sono rimasti solo in 12 e solo 5 conferme del “vecchio” Cts. Una decisione immediata che è arrivata ieri sera con effetto immediato senza troppi giri di parole come accaduto per gli altri due protagonisti dell’era Conte bis.
Restano il presidente dell’Istituto superiore di sanità Brusaferro, portavoce del Cts, Locatelli come coordinatore e confermati anche Ippolito e Rezz. Tra i sette nuovi scienziati ci saranno: la professoressa Melagaro a capo del Covid crisis lab della Bocconi, l’ingegner Gerli statistico, il presidente dell’Aifa Palù. Molti dei 22 eliminati dal Cts erano stati poco assenti e poco partecipativi alle riunioni, una presenza quasi inutile. Ora Mario Draghi punta sull’efficacia e sul pragmatismo senza troppi discorsi.
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La rivoluzione fondamentale da fare è garantire la trasparenza e l’indipendenza dell’organo scientifico dal governo. Nel governo Conte bis sembrava quasi un ente atto a confermare le decisioni del governo o del solo presidente del Consiglio. La decisione di rinnovare e rivoluzionare il Cts era già nelle intenzioni di molti all’interno della maggioranza. Questa terza ondata da contrastare e la campagna vaccinale hanno bisogno di un netto cambio di passo e soprattutto di accelerare. E’ stato quindi necessario “razionalizzare le attività del Cts, al fine di ottimizzarne il funzionamento anche mediante la riduzione del numero dei componenti.” Tra i nuovi professionisti vi saranno anche statistici per definire il quadro epidemiologico per rendere il comitato più agile e veloce nel contrasto alla pandemia.
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