Ritrovato in Giudea uno storico manoscritto: risale ai tempi di Cristo

Il manoscritto risale a circa 2mila anni fa ed è riconducibile al libro biblico di Zaccaria. L’ultimo rinvenimento di questo genere risale a quello dei Rotoli, avvenuto nel Mar Morto.

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Quel che rimane del manoscritto – meteoweek.com

Un ritrovamento di enorme portata storica e culturale è avvenuto nelle scorse ore in Israele. Si tratta di frammenti di un manoscritto che sono stati rinvenuti nella giornata di ieri nel deserto della Giudea. A rendere nota la scoperta sono stati i vertici dell’Autorità israeliana per l’Antichità. Si tratta di una scrittura risalente a circa 2mila anni fa, composta in lingua greca anche se la parola “Dio” presente al suo interno è scritta in lingua paleo-ebraica. Gli esperti sostengono che questa scrittura sia riconducibile al libro biblico di Zaccaria.

Queste le sono le parole contenute nel manoscritto: “Queste sono le cose che dovete fare: dite la verità l’un l’altro, rendete giustizia vera e perfetta alle vostre porte. E non inventate il male gli uni contro gli altri, e non amate lo spergiuro, perché tutte quelle sono cose che odio – dichiara il Signore“. Stando a quanto riportato dagli esperti, potrebbe essere questa una delle scoperte più importanti per l’archeologia di stampo mondiale. Siamo infatti ai livelli del Rotoli ritrovati nel Mar Morto tra il 1947 e il 1956, un’altra scoperta che sconvolse il mondo.

Il luogo del ritrovamento del manoscritto è la cosiddetta “grotta dell’orrore“. Si tratta di una cavità profonda 80 metri, raggiunta dagli archeologi attraverso delle funi con cui vi si sono calati. I circa 80 chilometri di cunicoli sono stati esplorati con l’ausilio di droni con cui è stata sorvolata la zona. E ci sono ancora alcuni tratti della grotta rimasti inesplorati. Oltre al manoscritto, il team di archeologi ha scoperto anche un tesoro di monete dell’epoca della rivolta di Bar Kochba contro Roma, oltre allo scheletro di un bambino di circa 6mila anni fa e un cesto ancor più datato ma conservato in ottime condizioni.

Il manoscritto che cambia la storia

Le prime reazioni dopo il ritrovamento sono state – quasi inutile sottolinearlo – cariche di entusiasmo. Lo si legge dalle parole di Hananya Hizmi, capo del personale del Dipartimento di Archeologia dell’amministrazione civile in Giudea: “È sicuramente un momento emozionante: presentiamo e riveliamo al pubblico un pezzo importante e significativo nella storia e nella cultura della Terra d’Israele. Già alla fine degli anni Quaranta, con le prime scoperte dei Rotoli del Mar Morto, siamo venuti a conoscenza di resti del patrimonio culturale dell’antica popolazione della Terra di Israele“.

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Ora – prosegue il dottor Hizmi – , in questa operazione nazionale, che continua il lavoro dei progetti precedenti, sono stati scoperti e portati alla luce nuovi reperti e prove che fanno ancora più luce sui diversi periodi e culture della regione. I reperti attestano uno stile di vita ricco, diversificato e complesso, oltre alle dure condizioni climatiche che prevalevano nell’area“. Questa operazione rientra nel progetto condotto dal Ministero degli affari e del patrimonio del Governo di Israele. Il prossimo step consiste nella conservazione dei manufatti e dei reperti dai malintenzionati.

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Naturalmente, oltre al manoscritto, si pone l’accento sullo stato di conservazione dello scheletro del bambino. A parlarne è stato il preistorico Ronit Lupu: “Spostando due pietre piatte abbiamo scoperto una fossa poco profonda scavata di proposito e contenente lo scheletro del un bambino, posto in posizione fetale. Chiunque avesse seppellito il piccolo lo aveva avvolto proprio come un genitore copre il suo bambino in una coperta: un piccolo fagotto di stoffa era stretto nelle mani del bambino. Lo scheletro del bambino e il panno erano ben conservati grazie alle condizioni nella grotta per cui era sopraggiunta una mummificazione naturale: la pelle, i tendini e persino i capelli erano parzialmente conservati“.

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