Il Tribunale di Milano ha assolto Claudio Descalzi e Paolo Scaroni accusati di corruzione nel caso Eni-Nigeria.
Si è concluso presso il tribunale di Milano il processo per corruzione internazionale che vedeva imputati l’amministratore delegato Claudio Descalzi, Paolo Scaroni, ex ad. e altri. Il processo riguardava l’acquisizione dei diritti di esplorazione del blocco petrolifero Opl 245 in Nigeria.
Oltre all’attuale amministratore delegato Descalzi e all’ex ad. Scaroni, ora Presidente del Milan, c’erano altri 15 imputati e la società compresa. Secondo la Settima sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta dal giudice Marco Tremolada, sono risultati innocenti coloro che erano manager operativi nel Paese africano, i presunti intermediari Shell con i 4 ex dirigenti e l’ex Ministro del Petrolio nigeriano Dan Etete. Inoltre sono state assolte anche Eni e Shell. L’avvocato Paolo Severino, difensore dell’amministratore delegato Descalzi, ha commentato con queste parole la sentenza: “finalmente a Claudio Descalzi è stata restituita la sua reputazione professionale e a Eni il suo ruolo di grande azienda”.
Il processo
La sentenza è stata pronunciata dalla settima sezione penale (giudici Marco Tremolada, Mauro Gallina, Alberto Carboni) nel processo, iniziato tre anni fa, nel marzo 2018, e con al centro, questa era l’ipotesi del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro, una presunta maxi tangente da oltre 1 miliardo e 92 milioni di dollari che sarebbe stata versata, riteneva l’accusa, da Eni e Shell per ottenere nel 2011 la licenza sui diritti di esplorazione del giacimento nigeriano. Tesi, quella della Procura, ‘cancellata’ oggi dai giudici che hanno assolto tutti gli imputati con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Le motivazioni saranno depositate in 90 giorni. In particolare, i giudici hanno assolto l’ad Eni Descalzi, all’epoca dg Exploration&Production, l’ex numero uno Scaroni, l’ex responsabile operativo del gruppo di San Donato nell’Africa sub-sahariana Roberto Casula, l’ex manager della compagnia italiana nel Paese africano e ‘grande accusatore’ Vincenzo Armanna, l’ex manager di Nae, controllata Eni in Nigeria, Ciro Antonio Pagano, l’ex ministro del Petrolio nigeriano Dan Etete.
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E poi ancora Luigi Bisignani, il russo Ednan Agaev e Gianfranco Falcioni, quest’ultimo imprenditore ed ex viceconsole in Nigeria, l’ex presidente di Shell Foundation Malcom Brinded e gli ex dirigenti della compagnia olandese Peter Robinson, Guy Jonathan Colgate e John Coplestone. Assolte anche le due società, imputate per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Con le assoluzioni, ovviamente, nessun risarcimento per il governo nigeriano, che era parte civile. Già nel processo sul caso Saipem-Algeria, nel quale l’accusa era sempre corruzione internazionale, Eni, lo stesso Scaroni, assieme ad un altro ex manager della società, sono già stati assolti definitivamente. Assoluzione definitiva che era arrivata anche per Saipem e i suoi manager. Nel caso Nigeria, invece, con rito abbreviato i presunti mediatori Obi Emeka e Gianluca Di Nardo sono stati condannati a 4 anni di reclusione.
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Soddisfazione per assoluzione con formula piena
“Eni esprime la propria soddisfazione per la sentenza di assoluzione con formula piena, perché il fatto non sussiste, pronunciata oggi dal Tribunale di Milano in merito al processo Nigeria-Opl245. La decisione del Tribunale ha finalmente stabilito, dopo quasi tre anni di dibattimento, che la società, l’Amministratore Delegato, Claudio Descalzi e il management coinvolto nel procedimento hanno mantenuto una condotta assolutamente lecita e corretta”. Lo ha affermato Eni in una nota.