Quella notte il nostro villaggio fu attaccato e le case bruciate. Quando tutto è cominciato, ero a casa con i miei quattro figli. Abbiamo provato a scappare nel bosco, ma hanno preso mio figlio più grande e lo hanno decapitato. Non abbiamo potuto far nulla perché saremmo stati uccisi anche noi”. Questo è il racconto riportato dal sito Save The Cildren di una madre addolorata per la morte atroce del figlio di 12 anni di Cabo Delgado in Mozambico.
Il sito, nel suo ultimo rapporto, ha raccolto le strazianti testimonianze di più di una madre madre, di alcuni ragazzi trucidati dai terroristi legati all’Isis. Dall’inizio dell’insurrezione islamista nel 2017, oltre 2.500 persone sono state uccise e 700.000 sono dovute fuggire dai loro villaggi. L’organizzazione ha risposto alla tragedia, dichiarando che: “I bambini anche di soli 11 anni vengono decapitati nella provincia mozambicana di Cabo Delgado.” Il direttore dell’associazione, Chance Briggs, ha aggiunto che: “Queste storie ci hanno sconvolto. La violenza deve finire e le famiglie dei rifugiati devono essere aiutate.
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I nostri operatori hanno pianto ascoltando le penose storie raccontate da madri nei campi per sfollati.” Ricordiamo che per l’azione dei jihadisti e la controffensiva delle forze di sicurezza mozambicane, nel conflitto sono morte almeno 2.614 persone, tra cui 1.312 civili, precisa Save The Children rilanciando dati “Acled” relativi al periodo ottobre 2017-febbraio 2021. “La situazione è gravemente peggiorata negli ultimi 12 mesi, con un aumento degli attacchi a villaggi”, aggiunge Save The Children. Gli sfollati creati dal conflitto nella provincia nordorientale di Cabo Delgado sono aumentati di sette volte rispetto a un anno fa, riferisce l’organizzazione umanitaria ricordando che la zona si sta appena riprendendo da una serie di catastrofi climatiche tra cui il ciclone Kenneth del 2019 e le alluvioni di inizio 2020.