Emergenza vaccini: senza AstraZeneca salta il piano del generale Figliuolo

Senza AstraZeneca non sarà possibile vaccinare l’80% degli italiani entro settembre, Figliuolo deve correre ai ripari. Intanto in Israele sono praticamente fuori dall’emergenza, tanto che riaprono al pubblico gli stadi.

Il generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19

Il piano vaccini italiano subisce un brusco rallentamento. L’AIFA ha sospeso in via precauzionale il vaccino di AstraZeneca così come avvenuto oggi anche in Francia e Germania. La sospensione era già stata effettuata in altri paesi europei come Paesi Bassi, Irlanda, Danimarca, Norvegia, Islanda e in Thailandia.

L’obbiettivo dichiarato dal generale Figliuolo era quello di raggiungere la somministrazione di 500mila dosi al giorno, triplicando i numeri della gestione Arcuri. Ma questo stop mette a rischio anche il raggiungimento dell’immunizzazione dell”80% della popolazione annunciato entro settembre. A questo punto è lecito pensare che il piano di vaccinazione di Figliuolo è destinato a saltare, a meno di nuove sorprese. In ogni caso ogni altra decisione è rinviata a giovedì, in attesa di accertamenti.

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Da parte sua, l’Agenzia Italiana per il Farmaco “in coordinamento con Ema e gli altri Paesi europei, valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione” fanno sapere, inoltre “renderà nota tempestivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, incluse le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale per coloro che hanno già ricevuto la prima dose“.

A questo punto l’unica soluzione è quella di provvedere la fornitura di un’altra casa farmaceutica. Siamo in attesa delle 25 milioni di dosi di Johnson & Johnson annunciate proprio ieri da Figliuoli che sarebbero fondamentali per il piano, ma sarebbe bene valutare anche il russo Sputnik V, finora mal visto dall’Unione Europea, ma che verrà prodotto in Italia a Caponago, in provincia di Monza e Brianza: previste 10 milioni di dosi entro luglio 2021.

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Intanto Israele sembra uscita dall’emergenza, tanto da riaprire i grandi luoghi come gli stadi al pubblico. Pfizer ha puntato forte sul progetto di immunizzazione del paese per via di alcune peculiarità quali una popolazione più piccola (gli israeliani sono meno di 9 milioni) e per l’eccellenza del suo sistema sanitario. Israele intanto sta sviluppando un farmaco che dovrebbe essere disponibile entro l’estate. L’ambasciatore Eydar annuncia: “Proporrò al governo italiano di partecipare alla fase finale”.

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