Gesù è il cuore di Dio che è stato squarciato e dal quale esce il suo amore per il mondo. Senza sofferenza, infatti, non può esserci un amore pieno!
Rallegrati, Gerusalemme,
e voi tutti che l’amate radunatevi.
Sfavillate di gioia con essa, voi che eravate nel lutto.
Così gioirete e vi sazierete al seno delle sue consolazioni. (Cfr. Is 66,10-11)
Con l’esilio e la liberazione del popolo si manifesta l’ira e la misericordia del Signore.
Dal secondo libro delle Cronache
2Cr 36,14-16.19-23
In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme. Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio.
Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi. Il re [dei Caldèi] deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni».
Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”».
Parola di Dio
R. Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.
Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre. R.
Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!». R.
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra. R.
Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia. R.
Morti per le colpe, siamo stati salvati per grazia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 2,4-10
Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.
Parola di Dio
Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,14-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Parola del Signore
Gesù nel Vangelo ci dice che chiunque crede in lui darà salvato e ci preannuncia la sua crocifissione. Lui, disceso dal cielo, dovrà essere crocifisso e immolato per salvare tutti noi. Infatti, Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per condannare, ma per salvare!
La morte di Gesù in croce e la sua resurrezione è agli occhi dei più una cosa incomprensibile, e difficile da credere… Invece è proprio grazie a questo che passa la nostra salvezza! Dal suo sacrificio immenso infatti è scaturita ogni fonte di grazia di Dio su di noi. Gesù è il cuore di Dio che è stato squarciato e dal quale esce il suo amore per il mondo.
Senza sofferenza, infatti, non può esserci un amore pieno, e anche Dio ha deciso di accettare di soffrire per noi, così da poterci amare, verosimilmente, ancora di più!
Se ci chiedessimo quanto Gesù ha sofferto per noi, lui ci spiega che è un mistero che nessuna mente umana potrà mai comprendere. Di fatto, Gesù nella sua Passione, ha sofferto tutte le sofferenze umane, presenti e future, spirituali e fisiche. Non le ha solo sofferte insieme in una unica sofferenza, ma una per una una singolarmente. Sembra impossibile! Ma non dimentichiamoci che Gesù è Dio! E che Dio è un mistero insondabile per la nostra mente.
Gesù ha raccontato la sua Passione alla Serva di Dio Teresa Helena Higginson che nel Getsemani conobbe tutti i peccati di tutti gli uomini, come se si fosse lui stesso macchiato di tutte le nostre impurità e ne dovesse rendere conto personalmente al Padre. Proprio lui, l’Innocente!
Questo è il mistero della sofferenza di Gesù che salva! Ma diremmo: perché tutto questo? Perché Gesù non poteva semplicemente annullare ogni bruttura e sconfiggerla per sempre?
Perché Dio non distrugge niente di ciò che è creato. Rispetta la nostra volontà. Dio non cancella, sarebbe troppo facile. Dio ama, in un certo senso, tutto ciò che esiste, e non può dimenticarsi di una sola delle sue creature, nemmeno la più riluttante. Ha in odio il male, ma non chi lo ha fatto. Rispetta la nostra volontà fino a lasciarci allontanare per sempre da Lui, per questo esiste l’inferno… ma non ci cancellerà mai. Per questo dobbiamo trovare la strada della vita, della gioia e della felicità che portano a Lui!
Per vivere con Lui per sempre, Lui che in quel calvario quasi “infinito” ha compiuto la nostra salvezza: sta a noi accettarla e viverla fin da ora, accogliendo e capendo il suo sacrificio per amore. Accogliendo a piene mani il suo sacrificio e chiedendo al Padre la salvezza non per i nostri, ma per i suoi infiniti meriti. La salvezza dalle angustie, dalle paure, dai pericoli e da tutti i mali che ci affliggono. Perché “Dalle sue piaghe siamo stati guariti” (Is 53, 5).
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