Sono 8 gli arrestati e oltre 2 mila le vittime di una frode milionaria: questa mattina la Guardia di Finanza ha smantellato un’organizzazione “piramidale” che agiva tramite “Schema Ponzi” e falsi contratti. Disposto il sequestro di 20 milioni di euro.
Finite in manette 8 persone, arrestate nelle scorse ore dalla Guardia di Finanza tra Lombardia, Emilia Romagna e Toscana per frode milionaria. Sette degli indagati sono finiti tutti in carcere, mentre per uno sono scattati i domiciliari. Avrebbero truffato oltre duemila persone, sfruttando quattro società diverse e usando promozioni tramite social network e convegni organizzati in Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia e Sardegna. Le accuse a loro carico sono, a vario titolo, per reati fiscali e associazione a delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, alla truffa, all’autoriciclaggio e alla bancarotta fraudolenta.
Le indagini sono state condotte dal Nucleo Speciale di Polizia Tributaria e coordinate dalla Procura di Monza. Da quanto ricostruito, gli arrestati avrebbero truffato le loro vittime attraverso lo “schema Ponzi”, e dunque proponendo e stipulando falsi contratti di compravendita, affitto o di prodotti finanziari, con promesse di alti rendimenti che sarebbero stati retribuiti tramite gli investitori successivi. La maxi rete fraudolenta si sarebbe sviluppata tra il 2016 e il 2018, e conterebbe cifre che vanno dai 5mila ai 600 mila euro per investitore.
Smantellata un’organizzazione piramidale
Quella messa in piedi dagli arrestati era un’organizzazione “piramidale”, diretta da un professionista titolare delle quattro società che truffavano ignari investitori – tra questi, le fonti riportano anche il “Nidalina Group”. Un sistema per il quale, attraverso contratti di investimento in allevamenti di animali o società di noleggio auto, sarebbe stata portata a termine una truffa dal valore di 20 milioni di euro.
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Al secondo livello lavoravano i collaboratori più stretti del professionista, che si impegnavano a promuovere prodotti finanziari fasulli. E ancora, erano in tutto quindici i “capo area” regionali che a loro volta avevano investito denaro nell’affare e avevano coinvolto anche familiari e amici. Circa 370, invece, i procacciatori che vendevano i prodotti della frode a fronte di una provvigione.
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La vicenda era stata già segnalata tempo fa dalla trasmissione televisiva “Striscia La Notizia“, che aveva parlato di circa 700 truffati per mano della stessa organizzazione. Le prime due società messe in piedi con la truffa, e con sede in provincia di Monza, sono fallite dopo due anni di attività: episodio, questo, che ha fatto partire l’inchiesta da parte della Procura. Oggi si sono concluse le indagini: gli arrestati sono stati prelevati questa mattina nelle loro abitazioni, mentre è stato disposto anche il sequestro di beni per un valore totale di 20 milioni di euro.