La mamma Francesca e il papà Francesco hanno dato il triste annuncio sulla pagina Facebook, creata ad hoc per il proprio figlio. Il piccolo Leo si era ammalato di Sma e i genitori avevano avviato una raccolta fondi per accedere a un farmaco necessario per la guarigione.
Il piccolo Leo non ce l’ha fatta. L’ostacolo rappresentato dalla Sma (Atrofia muscolare spinale) è stato troppo alto da superare. Anche con l’aiuto e la spinta data dalla sua famiglia, da mamma Francesca e da papà Francesco, che le hanno tentate tutte per cercare di far uscire il proprio figlio da questo vero e proprio incubo. E nella giornata di ieri è arrivato il triste annuncio, dato sulla pagina Facebook a lui dedicata, “Uno SMAgliante LEOncino”.
Leo, nato e residente a Forio di Ischia, ad appena un anno di vita (era nato a marzo dell’anno scorso) aveva contratto la Sma 1. Si tratta di una rara malattia neuromuscolare che si contrae dall’infanzia e che non ha lasciato scampo al neonato. I suoi genitori avevano fatto di tutto per cercare di garantire le cure al loro piccolo bambino. Ma come si legge sul post in cui se ne annuncia la morte, “il nostro smagliante Leoncino è diventato il nostro angelo“. Il tutto dopo lunghe settimane di battaglie e con un tentativo estremo, fatto proprio attraverso i social.
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La famiglia di Leo, infatti, aveva creato questa pagina Facebook per sensibilizzarne gli iscritti e per avviare una grande raccolta fondi. Lo scopo era quello di raccogliere 2 milioni di euro, la cifra minima per accedere a un farmaco proveniente dagli Stati Uniti, che avrebbe consentito di fornire le cure necessarie al neonato, il quale sarebbe potuto guarire dalla Sma 1. Reperire questo denaro per acquistare lo Zolgensma – questo il nome del farmaco – era una missione quasi impossibile. Dalla parte della coppia di genitori e del piccolo Leo si era schierato anche Joaquin Niemann, noto golfista cileno, il quale aveva sposato con grande cuore la campagna umanitaria.
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E in quello che rischia di essere l’ultimo post di una pagina che ha fatto da filo conduttore tra Leo e chi ha fatto il tifo per la sua guarigione, i genitori hanno comunque messo in mostra ciò che il loro piccolo figlio ha trasmesso. “È stata una straordinaria avventura. Un’avventura che, seppur con tante difficoltà, è stata costellata di tantissimi momenti felici ed emozioni indescrivibili. Leo ha riempito il nostro cuore, la nostra mente e la nostra vita, lasciando spazio solo all’immenso amore che ci ha donato sin dal primo istante in cui è venuto al mondo. Ha lottato fino alla fine come solo un vero Leone sa fare, con una grandissima forza e una tenace vitalità che si sprigionavano dai suoi occhi azzurri e dal suo sorriso gioioso. Mai un genitore dovrebbe cercare le parole per dire che il proprio figlio è volato via… Eppure, ci tocca farlo. Adesso Leo è un angelo. Non solo il nostro, ma anche l’angelo di altri bambini. Qualcuno disse che “chi salva una vita, salva il mondo intero”. Anche Leo salverà delle vite. Infatti, nonostante questi interminabili giorni, abbiamo dato il nostro consenso alla donazione degli organi. Perché un bambino speciale lo è fino alla fine, e la nostra grande certezza sarà per sempre che Leo rappresenta la più grande forza che esiste al mondo: l’Amore“.
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