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100mila morti per fare esattamente le stesse cose di un anno fa

A 12 mesi dall’inizio della pandemia piangiamo 100.000 donne e uomini e torniamo a chiuderci in casa, come se nulla fosse cambiato.

Anche oggi il bollettino della Protezione civile sembra quello di una guerra: 380 vittime e 26.824 nuovi casi di contagio. L’Italia è destinata a precipitare in un nuovo lockdown simile a quello di un anno fa. I numeri in crescita il tasso di positività sale al 7,2%, quello di ieri era 6,9%, i nuovi casi erano 25.673 nuovi casi e 373 vittime. I nuovi ingressi in terapia intensiva sono 226, 55 in più dell’11 marzo.

Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Speranza, invoca la chiusura totale di alcune settimane per riuscire a riportare la diffusione del coronavirus al di sotto dei 50 casi ogni 100mila abitanti. Dopo un anno di pandemia il Governo opta ancora per il blocco, in vista dell’inizio della primavera e delle vacanze di Pasqua. Ma dopo 12 mesi appare inaccettabile avere come unica soluzione al pericolo la chiusura totale di attività e socialità. Le notizie di queste ore sembrano tranquillizzare sui problemi delle dosi di AstraZeneca. I vaccini dunque ci sono, e allora cosa si sta aspettando? Perché i controlli sono così insufficienti, tanto da costringere i più accorti a rimanere a casa e i “furbetti” a continuare le loro vite? Perché questa “guerra tra poveri” ad accaparrarsi una dove di vaccine tra le varie categorie?

LEGGI ANCHE: Ristori in ritardo, contagi in aumento, chiusure in arrivo, vaccini in ritardo: non è cambiato niente, qualcuno se ne assuma la responsabilità

In soli dodici mesi si è distrutto un intero comparto economico, quello dello spettacolo, che conta milioni di lavoratori. Stesso discorso per quello turistico che è strettamente legato al primo. E i ristori tanto annunciati dal Conte II sono rimasti per molti un miraggio. Nuove chiusure significa la perdita di nuovi posti di lavoro.

Il Governo non è stato in grado di fronteggiare l’allarme, una cosa che sarebbe stata giustificabile all’inizio della pandemia ma non ora che sono state messe in campo ingenti risorse economiche, umane e scientifiche. La Politica deve farsi carico dei 100.000 morti che piangiamo a un anno esatto dall’inizio di questa tragedia. La storia darà un giudizio, noi intanto torniamo alla paura nelle nostre case.

Davide La Cara

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