Giorgia Meloni ha espresso solidarietà a Maria Elena Boschi, che qualche giorno fa ha sporto denuncia alla Procura di Roma per stalking.
Le donne dalla parte delle donne. O almeno, Giorgia Meloni dalla parte di Maria Elena Boschi. Giusto così, del resto. Giusto che, in certi casi e in certi momenti, le rivalità politiche lascino spazio a solidarietà e appoggio umano, che sia tra uomo-donna o, ancor di più, tra donna e donna. Lo stalking è un reato a tutti gli effetti che vede coinvolte, ogni giorno, migliaia e migliaia di donne. In misura minore gli uomini anche se, talvolta, l’ossessione non fa distinzione di genere. Ad esserne vittima è stata anche Maria Elena Boschi. La capogruppo di Italia Viva ha sporto denuncia presso la Procura di Roma denunciando il suo stalking. “Ha iniziato a settembre con un messaggio cortese e, poi, è stata una escalation. Messaggi quotidiani e in molte occasioni anche vari nello stesso giorno e che mostrano uno scarso equilibrio di chi li scrive”, ha raccontato la politica a Il Corriere della Sera.
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A far scattare l’allarme e a spingere la capogruppo di Iv a denunciare, il fatto che il suo stalker si trovasse nei luoghi da lei frequentati, sia a Roma che non. “In questi casi è bene denunciare per bloccare un ulteriore peggioramento. Non si sa mai fino a che punto possano spingersi”, dice la capogruppo di Italia Viva in un’intervista al Corriere della Sera. “Rispetto a molte altre donne sono sicuramente fortunata per l’attenzione che c’è sulla mia sicurezza personale, legata anche al ruolo pubblico che ricopro. Tuttavia, non sentirsi sicure nel fare una corsa da sola la mattina presto o banalmente andare a fare la spesa al supermercato non è una bella sensazione. Sei costretta a cambiare la tua quotidianità”, ha proseguito la politica.
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Maria Elena Boschi ha raccontato di averne parlato come esempio, per incoraggiare altre donne a non sottovalutare e a denunciare. La denuncia è l’unica via per porre fine alle persecuzioni. E, come ha giustamente detto la Boschi, “finché si continuerà a pensare che le donne ‘se la cercano’ non cambieremo mai una cultura violenta e maschilista”. La legge sullo stalking, così come quella sul femminicidio, è un grande risultato ma da sola non basta. Il vero investimento, dice la Boschi, “è quello sull’educazione alla parità di genere e al rispetto dell’altro in generale”.
Solidarietà femminile
Nei confronti di Maria Elena Boschi sono arrivati diversi messaggi di sostegno e di supporto. Vari esponendo politici hanno twittato esprimendo solidarietà alla capogruppo di Iv. L’ha fatto Teresa Bellanova ma anche Giorgia Meloni. Una solidarietà dovuta e necessaria che supera le differenze politiche e che trova congiunzione, più che nel genere, nell’umanità. Una solidarietà forte ma che non basta a cancellare femminicidi, differenze salariali e discriminazioni che, oggi giorno, sono problemi ancora enormi che colpiscono migliaia di donne.
Grazie @GiorgiaMeloni. Siamo avversarie in politica ma su questi temi saremo sempre dalla stessa parte. https://t.co/giHYvFu1pg
— Maria Elena Boschi (@meb) March 10, 2021
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Azioni concrete
La polemica sulla questione delle donne nella società si è spesso risolta nelle “quote rosa”. E ad acuire le differenze di genere è stato anche l’attuale situazione pandemica. La crisi innescata dalla pandemia da Coronavirus ha avuto ricadute sui tassi occupazionali e i numeri parlano chiaro. Stando ai dati sull’occupazione in Italia nel mese di dicembre 2020, pubblicati dall’istituto nazionale di statistica Istat, il tasso occupazionale è calato durante la pandemia ma, a livello di genere, ad essere colpite dalla crisi sono state le donne più che gli uomini. Nel mese di dicembre l’occupazione in Italia ha avuto un calo complessivo di 101.000 unità. Di queste, 99 mila sono donne: ben il 98%. Da tempo le donne soffrono la difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, così come salari più bassi e differenze di ruoli. La pandemia, tuttavia, ha accentuato il divario e così il 2020 – l’anno della pandemia – ha significato perdite di 444 mila posti di lavoro, di cui 320 mila occupati da donne, cioè il 72%.
Non solo, perché la pandemia ha agito da amplificatore alla violenza e il lockdown ha trasformato la casa di tante in una trappola. L’analisi delle chiamate al numero verde 1522, il centralino del Dipartimento Pari opportunità, ha evidenziato come, nei primi 10 mesi dell’anno, le richieste di aiuto sono aumentate superando in 10 mesi i livelli degli anni precedenti. Il periodo peggiore è stato proprio il lockdown: tra marzo e maggio sono più che raddoppiate le richieste (+119%) rispetto allo stesso periodo del 2019. Triplicate quelle via chat, così come le chiamate arrivate di notte o di mattina molto presto. Favorire la strada della denuncia, con un percorso protetto, è stato uno degli obiettivi che ha portato al Codice rosso, entrato in vigore il 9 agosto 2019. Ma la strada sembra essere ancora lontana.