Sergio Mattarella nel mirino degli “haters” sui social. Il Presidente della Repubblica è diventato oggetto di frasi ingiuriose ed offese.
Internet, social, e web. Tanti i benefici, tanti i difetti. Un cattivo uso della rete può avere conseguenze catastrofiche e spingere verso fenomeni di odio. Questa volta, a finire nel mirino degli haters, è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Contro di lui, insulti e messaggi minatori che hanno spinto la Procura di Roma ad aprire un’inchiesta. Sono così partite, questa mattina, perquisizioni da parte della Polizia della Digos in varie città italiane. L’indagine, coordinata dal Procuratore di Roma Michele Prestipino, ipotizza il reato di offesa all’onore e al prestigio del capo dello Stato.
Leggi anche: Vaccini, Vincenzo De Luca fa prima di tutti, ma Mattarella attende ancora il suo turno
A scatenare l’ondata di insulti, la notizia della vaccinazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avvenuta nei giorni scorsi presso l’ospedale Spallanzani di Roma. Un gesto, tra l’altro, avvenuto nella massima discrezione. Il Presidente è stato immortalato, insieme ad altri pronti a ricevere la somministrazione, nella sala d’attesa, come un comune cittadino. Nessuno sfarzo, nessuna didascalia a corredo, nessun privilegio: Sergio Mattarella ha atteso il suo turno, rispettando le fasce previste e senza ricevere nessuno “sconto”. Una lezione verso i furbetti dei vaccini, quelli che non hanno atteso il proprio turno e che, tramite conoscenze e giri di sistema, hanno in qualche modo evaso i protocolli.
Leggi anche: Si passa al modello israeliano per i vaccini: I giovani insieme agli anziani
Il Capo dello Stato, nel suo discorso di fine anno, aveva del resto già annunciato che si sarebbe sottoposto a vaccinazione seguendo il piano vaccinale della Regione Lazio, prenotando il suo turno come tutti i cittadini italiani. Ma, evidentemente, a qualcuno non è andato giù. I reati di cui potrebbero essere accusati gli haters prevedono pene da uno a cinque anni di reclusione. In mattinata gli investigatori della squadra mobile e della polizia postale hanno eseguito perquisizioni a carico di 10 indagati in tutta Italia, da Genova a Bari. Gli investigatori hanno sequestrato smartphone e dispositivi informatici ma gli accertamenti sono ancora in corso.