In Piemonte, l’Unità di Crisi ha sospeso i ricoveri di pazienti no-covid escluse urgenze, ricoveri oncologici e quelli di fascia “A”.
Il Coronavirus corre, forse più di prima, e la pressione sugli ospedali e sul sistema sanitario in generale ritorna a farsi sentire. Critica, in particolare, la situazione in Piemonte dove l’Unità di Crisi della Regione ha bloccato i ricoveri per pazienti no-covid, ad esclusione delle urgenze, dei ricoveri oncologici e quelli nella cosiddetta fascia “A” da effettuare entro 30 giorni. Rinviate anche le attività ambulatoriali, tranne quelle urgenti da garantire entro 72 ore o entro i 10 giorni. Ieri, la Regione ha calcolato nuovi 2.086 contagi da Coronavirus, mentre i decessi sono stati 29. Preoccupa il rapporto tra positivi e tamponi, all’8,8%.
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Numeri che hanno messo in allarme l‘Ordine dei medici di Torino che, alla luce dell’andamento epidemiologico nella regione, ha chiesto che Piemonte sia subito zona rossa. “La situazione epidemiologica attuale in Piemonte vede un costante aumento, giorno dopo giorno, dei contagi e dei ricoveri per Covid-19, con il concreto rischio di saturazione dei reparti ospedalieri”, affermano gli esperti. Per questo, l’Ordine ha richiesto una zona rossa che possa partire immediatamente dal momento che “aspettare non ha alcuna logica né dal punto di vista sanitario né da quello economico e sociale”, insistono i medici preoccupati fortemente dall’andamento del contagio.
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Zona rossa per 3 settimane
Il Piemonte, attualmente in arancione scuro, potrebbe quindi passare in zona rossa da lunedì 15 marzo e di rimanerci per 3 settimane. L’intero territorio regionale – secondo quanto comunicato dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi – sta superando i 250 positivi ogni 100 mila abitanti, la soglia che può far scattare la zona rossa. La causa, è la variante B117 del Coronavirus, di contagiosità elevata. La pressione sugli ospedali è inoltre motivo di forte preoccupazione secondo gli esperti. Il riempimento delle terapie intensive e delle sub intensive – occupate anche da pazienti non Covid – è arrivato al 32% ed è stata quindi superata la soglia critica fissata al 30%.
E’ per questo che, nei prossimi giorni, sarà riattivato l’ospedale da campo del Valentino, nel Quinto Padiglione. L’obiettivo della decisione dell’Unità di Crisi è di aumentare i posti letto da 2.201 a 4.403. “Per quanto riguarda le terapie intensive, si è arrivati a un tasso di occupazione del 36%. Per questo, il Dirmei ha chiesto alle Aziende sanitarie di incrementare di almeno il 20% i posti letto di terapia intensiva dedicati ai pazienti Covid”, ha dichiarato Emilpaolo Manno, coordinatore dell’area sanitaria dell’Unità di Crisi. Nonostante la situazione sia mediamente e ancora sotto controllo, bisogna ormai agire per precauzione per non trovarsi impreparati all’evolversi dell’epidemia. “Abbiamo raccomandato alle aziende che si cerchi il più possibile di sviluppare la gestione dei pazienti Covid a domicilio”, ha concluso Manno.