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Non vuole sedersi vicino a una donna, passeggera costretta a cambiare posto: EasyJet dovrà risarcirla

«Non voglio sedere vicino a una donna». Passeggera costretta a cambiare posto per le lamentele di un ebreo ultra-ortodosso. La donna fa causa a EasyJet, che ammette le sue colpe. In arrivo risarcimento da circa 18mila euro

La compagnia aerea EasyJet dovrà risarcire una passeggera costretta a cambiare posto su un volo per colpa delle lamentele di un altro passeggero. EasyJet ha infatti ammesso di aver violato le proprie norme di condotta. Lo riporta il quotidiano The Guardian. Protagonista della disavventura è Melanie Wolfson, donna con doppia cittadinanza – britannica e israeliana – che vive a Tel Aviv.

Wolfson, alla fine del 2019, aveva avviato una causa contro EasyJet dopo aver denunciato il caso. Il passeggero che si era rifiutato di sedere accanto a lei è un ebreo ultra-ortodosso, che aveva motivato la sua richiesta con le proprie credenze religiose. L’uomo aveva infatti chiesto a Melanie di far scambio di posto con un altro passeggero, poi di fronte al rifiuto della donna si era lamentato con gli assistenti di volo. Ripetendo che «non voglio sedermi accanto a una donna».

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«È discriminazione», e fa causa a EasyJet

Episodio simile a quello accaduto pochi mesi dopo, sempre su un volo EasyJet diretto da Tel Aviv a Londra. Anche in quel caso, un ebreo ultra-ortodosso le aveva chiesto di spostarsi. Al suo rifiuto, l’uomo l’aveva insultata e umiliata. A quel punto, per paura di decollare in ritardo, Melanie Wolfson aveva deciso di cambiare posto protestando con gli assistenti di volo. Dai quali, però, non ha ricevuto il minimo sostegno. Da qui la decisione di fare causa a EasyJet: secondo Melanie, infatti, la compagnia aerea aveva violato la legge israeliana, che punisce ogni forma di discriminazione dei clienti.

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Alla fine, come riporta il Guardian, il caso è finito con un’ammissione di colpevolezza da parte di EasyJet. Che ora rimborserà a Melanie Wolfson circa 18mila euro (66.438 shekel). «Siamo pienamente consapevoli che alcuni uomini sono a disagio quando siedono accanto a una donna che non sia una familiare, a causa delle loro credenze religiose – scrive la compagnia in una nota -. Le nostre politiche, però, prevedono che i passeggeri di sesso femminile non debbano cambiare di posto per il semplice fatto di essere donne. Quelle politiche sono state violate e siamo disposti a risarcire la passeggera, oltre a migliorare le nostre politiche e la loro applicazione tramite una formazione aggiuntiva del nostro equipaggio».

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