Vaccino, con il siero Pzifer il 98,2% dei sanitari dell’ospedale Niguarda ha sviluppato gli anticorpi. Il 62,6% ha invece livelli altissimi di anticorpi. Analizzato un campione di quasi 2.500 persone
Su 2.497 operatori vaccinati all’ospedale Niguarda di Milano, in due settimane dalla seconda dose il 98,4% ha sviluppato gli anticorpi attesi. Mentre il 62,6% ha livelli altissimi di anticorpi. Sono questi i primi risultati dello studio “Renaissance” realizzato dall’ospedale Niguarda in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano per valutare l’efficacia del vaccino Comirnaty di Pfizer.
Niguarda, i risultati della campagna vaccinale tra i sanitari
La ricerca, condotta su uno dei campioni più ampi ad oggi in Italia, servirà a verificare la risposta immunitaria del personale ospedaliero. Il quale, tra gennaio e febbraio, ha ricevuto le dosi del vaccino con ulteriori controlli a tre, sei e 12 mesi dalla seconda dose per monitorare la permanenza della risposta anticorpale nel tempo. Grazie a un test di laboratorio di ultima generazione, sono stati ricercati e dosati gli anticorpi IgG diretti contro il recettore Rbd della proteina Spike.
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Ovvero quella classe di anticorpi neutralizzanti che difendono le cellule dal virus Sars-Cov-2. La risposta anticorpale riscontrata a 14 giorni dalla seconda dose è stata molto alta. Il 98.4% del totale dei vaccinati presi in esame ha sviluppato gli anticorpi attesi, mostrando titoli elevatissimi, nella maggior parte dei casi persino oltre i limiti misurabili dalle apparecchiature utilizzate. Il 62,6% del campione ha avuto una risposta superiore a 2.000 BAU (Binding Antibody Unit) per ml, il 21,6% tra 1.500 e 2.000 BAU/ml, l’11,4% presenta un titolo tra 1.000 e 1.500 BAU/ml e il 4,3% inferiore a 1.000 BAU/ml.
