La riflessione viene posta anche da Fabrizio Cicchitto, oggi presidente di Riformismo e Libertà: “Il dottor Cantone deve dare una risposta convincente sull’assenza di intercettazioni per la cena svoltasi fra Palamara, Pignatone e altri. Si tratta di un buco gravissimo che se non giustificato inficia tutta l’indagine perché le toglie credibilità. Infatti in questa vicenda tutto è asimmetrico, le stesse chat di Palamara sono usate in modo discriminato. Nei confronti di alcuni magistrati costituiscono ragione di addebito, nel caso di altri nulla qaestio. Ma la cosa più grave è l’asimmetria riguardante le cene, la cena svoltasi all’hotel Champagne provoca disastri con il trojan in azione, quella al Ristorante Mamma Angelina con Pignatone non provoca nulla perché o il trojan non era in azione (cosa gravissima ) o l’Intercettazione è scomparsa (cosa ancora più grave). In sostanza ci troviamo ancora una volta alla pratica dei due pesi e delle due misure che costituisce la negazione dello Stato di diritto. La procura di Perugia è strategica visto il suo ruolo di controllo nei confronti dei magistrati di Roma. E allora ha il dovere di esercitare questo ruolo senza lasciare zone d’ombra” conclude Cicchitto.
Caos procure, quel trojan che funziona a intermittenza
Il file che serviva a intercettare Luca Palamara non era attivo durante il colloquio con l’ex procuratore di Roma, Pignatone. Oppure mancano le trascrizioni di quella discussione. Fatto grave che complica le ombre sulla vicenda.
Una grave ombra aleggia sul caso Palamara. L’ex-pm al centro dell’inchiesta che sta scuotendo il mondo della giustizia, fu intercettato tramite un trojan che captava le sue conversazioni, su questo si basano molte delle accuse mosse dalla procura di Perugia a suo carico. Eppure tra le trascrizioni ne mancano incredibilmente alcune che avrebbero avuto una grave rilevanza. Il trojan che intercettava Palamara non registrò una sua cena con l’ex procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone. Sulla cena non intercettata, sono stati segnalati nuovi elementi dalla perizia disposta da Cosimo Ferri, difeso dall ’avvocato Nicola Panella, secondo la quale, nelle ore in cui Palamara era con l’ex procuratore capo di Roma, il suo telefono emetteva degli impulsi e quindi il trojan avrebbe potuto funzionare.
Ferri aveva partecipato la sera prima, l’8 maggio del 2019, insieme all’onorevole Luca Lotti, all’incontro presso l’hotel Champagne insieme a cinque consiglieri del Csm e allo stesso Palamara. Incontro interamente registrato proprio grazie al trojan. “Ho sempre avuto rispetto per i doverosi accertamenti che sta svolgendo la procura di Perugia. Altrettanto doverosamente la mia difesa vuol comprendere perché l’audio della cena con Pignatone non si trova” dichiara proprio Luca Palamara al Tg4. “E meglio ancora, proprio alla luce della precisazione del Procuratore Cantone, perché venne registrata la sera prima, quella del famoso hotel Champagne nella quale si parlava del Procuratore di Roma e non venne registrata invece la sera dopo quella dove c’era una altra importante cena. Rimane un mistero sul quale io penso sia interesse di tutti, prima di tutti credo lo abbia dichiarato lo stesso dottor Cantone, comprendere come si sono svolti i fatti e accertare perché il trojan ha funzionato a intermittenza“.