Nada e il rapporto con sua madre: “Aveva un problema molto serio”

In vista del film ispirato alla sua vita, Nada racconta del suo difficile rapporto con la madre e di come la musica l’abbia liberata.

Nada Malanima

La bambina che non voleva cantare è il nuovo film diretto da Costanza Quatriglio e liberamente ispirato al libro autobiografico Il mio cuore umano della cantante Nada Malanima. In onda da domani 10 marzo in prima serata su Rai 1, appena dopo la conclusione del Festival di Sanremo, la pellicola ripercorre la vita della cantante toscana che prese il nome dalla zingara che aveva predetto il futuro alla madre, Viviana Fenzi. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’artista ha parlato proprio del difficile rapporto con quest’ultima, gettando luce su molti punti ancora oscuri per il pubblico.

Viviana Fenzi e la depressione

Oggi Nada si dichiara felice e grata a sua madre, eppure il loro rapporto non è mai stato facile. Viviana Fenzi, infatti, ha vissuto la sua vita costantemente in lotta contro un disturbo: la depressione. Una condizione che ha influenzato molto l’infanzia di Nada, fin da piccola costretta ad affrontare un lunapark di alti e bassi che rendevano la madre sfuggente, a tratti impalpabile. Unica via d’uscita la musica, sia per l’una che per l’altra.

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“Cantavo per lei, non per me”

È nei momenti di lucidità che Viviana Fenzi si appassiona alla voce della figlia, come un richiamo magico che la riporta alla realtà. C’è voluto molto tempo prima che Nada riuscisse a prendere in mano la sua vita e a cantare per se stessa. Non meno c’è voluto per liberarsi dalla paura di cadere anche lei vittima della depressione, per prendere consapevolezza della sua forza di donna.

Le donne protagoniste della vita di Nada

E sono proprio figure femminili ad essere le protagoniste della vita di Nada “Mio padre era un uomo silenzioso, sempre presente e vicino, timido e importante per noi”, dichiara la cantante, “Ma sono stata cresciuta da una famiglia di donne, le donne sono forse più incoscienti, prendono spesso le situazioni in mano, hanno più dimestichezza con il dolore”.

Il dolore e il perdono

Di dolore Nada ne ha visto e ne ha vissuto tanto, in gran parte a causa del suo rapporto di dipendenza con sua madre. In ogni suo album, infatti, c’è una canzone che parla di lei, come se fosse impossibile fare a meno di questa presenza. Eppure, questa relazione malata sembra trovare una fine con l’ultimo album:

“Nel mio ultimo disco O madre è quasi come una liberazione, credo che si concluda questo conflitto, come se alla fine avessi capito e avessi sposato tutte le cose buone o sbagliate che può fare una madre perché fa parte della vita, dei sentimenti grandi, degli amori veri. Quando uscirà il mio prossimo disco, non ci sarà nessuna canzone dedicata a lei”, afferma la cantante.

E così la musica da medicina per l’animo nell’infanzia diventa per Nada strumento di perdono e liberazione: la sua voce, che prima usava per dare sollievo, adesso ha la forma della sua rinascita e canta soltanto per se stessa.

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