Il virologo Andrea Crisanti fa il punto della situazione Coronavirus nel nostro Paese parlando anche di vaccini e varianti
Il virologo Andrea Crisanti torna a fare il punto della situazione Coronavirus parlando anche di vaccini e varianti in un colloquio con La Stampa.«La prossima settimana sarà cruciale», spiega, «se supereremo i 30mila casi al giorno bisognerà chiudere tutto. La zona rossa può arginare la variante inglese, ma è molto importante che le misure vengano seguite da tutti. Da mesi chiedo di contenere la variante inglese ma non mi hanno dato retta, avremmo evitato tanti morti e questo mi rattrista. Un modello che il governo dovrebbe seguire è quello della Nuova Zelanda: appena si presentano nuovi focolai bisogna chiudere, tamponare e vaccinare a tappeto. Solo così potremo salvaguardare l’economia»
Crisanti sposta poi l’attenzione sui test rapidi:«Inserire i test rapidi nell’indice di positività è uno sbaglio, perché non vedono alcune varianti del virus. Ci sono delle varianti del virus che sfuggono ai test rapidi, fra poco pubblicheremo uno studio che lo dimostra. Si tratta di un grosso problema di sanità pubblica. Inorridisco quando i test rapidi vengono utilizzati nel modo sbagliato perché contribuiscono a diffondere il virus soprattutto nelle comunità».
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Sul tema varianti, il virologo spiega:«Le misure da adottare sono sempre le stesse, ma gli errori che con le varianti precedenti erano tollerati ora non lo sono più. Ora basta anche un piccolo sbaglio per infettarsi. La diffusione del virus dipende dai livelli di mobilità e per questo il Cts ha proposto di diminuire gli spostamenti anche nelle zone gialle. Se noi non ci spostiamo, la variante non si sposta. E se dovessero emergere anche nuove varianti, non bisogna permettere che si diffondano nel resto d’Italia».
Per quanto riguarda il tema vaccini, Crisanti parla in particolare del vaccino russo, lo Sputnik V dicendo:«Sputnik usa una tecnologia molto simile a quella di AstraZeneca, quindi non vedo il perché di tutta questa eccitazione. Piuttosto bisognerebbe chiedere alla Russia perché lo vende, anziché immunizzare i propri cittadini. Il problema di questo vaccino è che ci deve essere qualcuno che prende tutti i dati e li presenta all’Ema, che li verifica. È molto semplice: un farmaco viene approvato quando c’è qualcuno che chiede che venga approvato».
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E sulle misure afferma che c’è sintonia tra governo e Cts:«Siamo in tempo, le misure saranno sicuramente più tempestive di altre prese in passato. C’è sintonia tra governo e Cts e per la prima volta mi sembra ci sia un approccio proattivo. Il virus non lascia spazio a soluzioni creative, ci sono solo due cose da fare: bloccare la mobilità e vaccinare il più possibile. Sono molto favorevole a cambiare la valutazione dell’indice di contagio, passando dall’Rt all’incidenza per 100mila casi a settimana. L’indice Rt è più preciso, ma dice ciò che è successo 10-12 giorni prima: è come guidare una macchina guardando lo specchietto retrovisore. Il virus si riproduce in maniera esponenziale, non si possono prendere decisioni basandosi su ciò che è successo quasi due settimane prima».
La campagna vaccinale mira a raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, ma per Crisanti non basterà per tornare subito alla normalità. «Noi stiamo facendo tutta questa pubblicità, generando aspettative per raggiungere l’immunità di gregge. Ma quando sarà raggiunta e noi ci leveremo le mascherine ed elimineremo tutte le misure di distanziamento sociale, avremo l’Rt uguale a 1. Per abbassare l’Rt e arrivare alla trasmissione vicina allo zero, bisogna mantenere il distanziamento e le misure di protezione, vaccinare più persone e aumentare la capacità di tracciamento con i tamponi. Quando avremo raggiunto questo livello tutto il resto del mondo non sarà vaccinato: dovremo difenderci dal rientro del virus e in particolare dal rientro di varianti resistenti al vaccino».