L’Ema non dà ancora il suo parere favorevole, ma intanto la produzione del vaccino russo porterà 10 milioni di dosi dallo stabilimento in Italia.
Finalmente arriva in Italia il vaccino Sputnik V. E’ infatti stato firmato il primo accordo in Europa tra il fondo governativo russo e la società Adienne Pharma&Biotech, così come annunciati dalla Camera di Commercio Italo-Russa in una nota pubblicata sul suo sito internet. L’azienda ha una sede in Italia a Caponago, in provincia di Monza e Brianza, da cui partirà la produzione di 10 milioni di dosi da raggiungere entro luglio 2021.
“La produzione in Italia del vaccino russo inizierà anche se l’Ema non concederà l’autorizzazione al suo impiego nell’Unione europea“, ha dichiarato il Presidente della Camera di commercio italo russa, Vincenzo Trani in una intervista. “E’ importante capire che il processo di produzione non ha nulla a che fare con la vendita dei vaccini. Sono due cose diverse. Penso che se non sarà autorizzato, ci saranno molti altri posti con un disperato bisogno del vaccino“.
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Ci si domanda per quale motivo finora il vaccino russo sia stato tenuto fuori dalle strategie europee di lotta al Covid-19. “Attualmente non sono in corso colloqui per integrare lo Sputnik V nella strategia Ue sui vaccini” dice il portavoce della Commissione Ue ha replicato all’annuncio di Trani. “Gli Stati membri – ha ricordato il portavoce – possono sempre concedere l’approvazione del vaccino Sputnik” nell’ambito dell’autorizzazione per uso di emergenza, ma “in questo caso la responsabilità spetterà allo Stato membro e non all’azienda, come sarebbe se il vaccino ottenesse l’autorizzazione all’immissione in commercio dell’Ue“.
Sputnik quindi sarà prodotto ma l’Agenzia europea per i medicinali ha iniziato l’esame del vaccino messo a punto da Mosca, senza dare ancora un parere favorevole. La campagna vaccinale europea è lenta e inefficiente, allora perché si perde ancora tempo per l’approvazione di Sputnik? Gli esperti: “Non c’è motivo per cui non debba funzionare. Ma una cosa è certa: senza maggiore trasparenza, l’Ema non darà mai la sua approvazione“.
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